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Da Monza a Monza, Allegri e la Juventus cadono ancora

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Allegri

Un girone dopo la storia è sempre la stessa. Il Monza si arma di scure e cala la fredda lama sulla Juventus. O almeno, quel che rimane della Juventus schiacciasassi di cui si è persa ogni traccia. Dopo la buona e orgogliosa prestazione contro l’Atalanta era lecito aspettarsi una reazione ancora più convincente. Invece Ciurria e Dany Mota Carvalho sbeffeggiano la Juventus nel primo tempo, i brianzoli reggono l’urto del secondo tempo e portano a casa tre punti. E i bianconeri? Tredicesimi, con ben undici reti nelle ultime quattro gare, Coppa Italia compresa. Ora è tempo degli esami di coscienza, rimandati troppe volte.

Paredes emblema della mediocrità bianconera

Leandro Paredes è arrivato nel corso dell’ultima sessione estiva di mercato. Sembrava essere il tassello mancante per puzzle di Massimiliano Allegri, l’uomo capace di cambiare lo stile di gioco della squadra. Invece l’argentino non ha mai dato l’impressione di poter essere fondamentale. Anzi, se facciamo un confronto con le prestazioni di Fagioli è evidente come il canterano abbia inciso di più. In campo l’argentino è un corpo estraneo, totalmente astruso dalla squadra. Nel linguaggio del corpo si vede anche una sorta di disinteressamento nei confronti della stessa squadra. Così come altri giocatori, che non hanno mai dato dimostrazione di essere all’altezza del nome della Juventus. In questo momento la squadra è crollata nella mediocrità più totale.

L’Allegri bis un fallimento totale, ma la disparità di trattamento è allarmante

Allegri 2.0 è un flop totale, il più grande fallimento della storia bianconera. Un ritorno voluto dall’allora presidente Andrea Agnelli e blindato con un contratto che, oggettivamente, perde costantemente il sangue della Juventus. Se durante la stagione 21/22 si potevano trovare delle attenuanti, che comunque sono poche, in questa stagione non si possono avere. La società ha fatto il mercato seguendo le richieste del tecnico, cosa che con i precedenti due tecnici non aveva mai fatto. Proprio qui viene anche a galla un altro disarmante dato. Maurizio Sarri prima e Andrea Pirlo non hanno mai avuto lo stesso supporto societario dato a Massimiliano Allegri. Le loro indicazioni non sono mai state recepite dalla società e sopratutto sono stati trattati come capro espiatorio. Eppure Maurizio Sarri ha vinto uno degli scudetti più difficili di sempre e Andrea Pirlo nella stagione successiva aveva portato comunque due trofei in bacheca. Una disparità di trattamento incredibile, uno dei tanti fattori che hanno portato la Juventus a questo disastro tecnico.

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