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PRIMA SQUADRA

LIVE – Fagioli, Miretti e Soulé in conferenza stampa

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Conferenza Stampa

Oggi è un giorno importante per Fagioli, Miretti e Soulé, che incontreranno i giornalisti nella sala stampa dell’Allianz Stadium, insieme ai dirigenti Arrivabene e Cherubini. Diretta testuale con aggiornamenti a partire dalle 14.30.

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Prende la parola l’ad Maurizio Arrivabene:

E’ un piacere incontrarvi oggi in un’occasione diversa. Generalmente ci troviamo qua per presentare degli acquisti, oggi invece presenteremo il frutto del tanto lavoro fatto nel settore giovanile della Juventus. È un’occasione importante, il progetto parte da ben quattro anni fa ed è stato fortemente voluto da Cherubini. Poi è stato portato avanti da Milani, Scaglia e Manna. Se questi ragazzi sono in Prima Squadra è grazie al loro lavoro e ad aver creduto in questo progetto“.

Prende la parola il dg Federico Cherubini.

Sul progetto giovani: “Essere qui è un piacere, i ragazzi lavorano ogni giorno sul settore giovanile: questo è un momento di riflessione sul progetto sportivo che ci ha portato qui. Siamo partiti con la seconda squadra ma dieci anni fa già parlavamo di come il sistema formativo italiano non portasse giocatori in prima squadra. Come sistema tutti gli indicatori dicono che sviluppare il settore giovanile, portare ragazzi in prima squadra, in Italia è difficile. Abbiamo cercato di risolverlo con l’aspetto formativo: investimenti su strutture, allenatori, sulle figure che sono coi ragazzi, sulle metodologie. Ci siamo trasferiti alla Continassa ma il club ha continuato a investire fortemente anche su Vinovo. Abbiamo messo i ragazzi nelle condizioni per crescere con le migliori strutture. Poi abbiamo pensato al percorso: prima alla fine del campionato Primavera, entravano in un limbo, quello del prestito. Da dieci anni la Juve analizza le statistiche del campionato Primavera e non più del 3% dei giocatori trova collocazione in Serie A. Numeri che ci hanno fatto capire che mancava qualcosa dal punto di vista formativo. Uscire dal sistema era problematico: eravamo 7 club fortemente orientati verso le seconde squadre. Nel 2018, col commissariamento, c’è stata la possibilità di iscrivere la seconda squadra e da lì abbiamo iniziato un percorso virtuoso con la Lega Pro. Ghirelli, che ringrazio, ci ha sostenuto fortemente nel progetto: la Lega ci ha accolti tra mille difficoltà. Giochiamo per competere ma per formare giocatori per la prima squadra. Oggi diciamo che raccogliamo i frutti di questo risultato“.

Sul passaggio alla Next Gen: “Abbiamo cambiato format dall’Under 23 alla Next Gen. Il Next Gen comprende l’Under 23 ma anche la strada che faranno dopo col prestito. Adesso abbiamo due ragazzi, De Winter e Ranocchia, in Serie A. I tre ragazzi ora in conferenza hanno oltre 100 presenze con la Juventus Under 23, siamo soddisfatti di loro e del fatto che mister Allegri abbia detto che il club ha fatto mercato dei grandi valorizzando anche i giovani. Ora tocca a loro: la bontà del progetto sarà data dal tempo che si ritaglieranno in campo“.

Prendono la parola Matias Soulè, Fabio Miretti e Nicolò Fagioli.

Soulè: “Sono arrivato in Under 17, non sono riuscito a giocare molto perché ho avuto un po’ di infortuni. Dopo la pandemia ci siamo ripresi con mister Zauli ma ho avuto di nuovo un altro problema fisico. Poi la prima partita l’ho fatta con Bonatti e da lì non ho più avuto problemi fisici. Poi l’Under 23 con Zauli e ora sono qui”.

Miretti: “Sono arrivato alla Juve quando ero bambino, a 8 anni. Ho fatto tutto il percorso qui alla Juve, fino ad arrivare a quest’estate che sono arrivato poco dopo l’inizio del ritiro”.

Fagioli: “Ho iniziato con i giovanissimi nazionali fino ad arrivare all’Under 23 con cui ho fatto due anni. Poi la Cremonese e ora sono stato stabile in prima squadra”.

Cosa ti ha convinto a scegliere il progetto Juve?
Soulé: “Ero in Argentina, dovevamo parlare di dove dovevamo andare. Mi ha detto il procuratore che dovevo scegliere fra 3 club. Ho subito pensato di voler scegliere la Juve, sapevo le difficoltà di dover arrivare in prima squadra ma questo mi piace, è una sfida. Sognavo da piccolo una squadra così grande”.

Miretti: “Tifavo Juve fin da piccolo. Potevo andare al Toro ma anche i servizi che forniva la Juve erano una comodità”.

Fagioli: “Grazie a Gigi Milani è stato facile, mi ha convinto lui. Anche io tifavo Juve da piccolo, è stato semplice“.

Cosa potete dare alla Juve voi che siete qui da molto tempo?
Miretti: “Essere cresciuti nel settore giovanile ci fa arrivare pronti, conosciamo i nostri doveri verso la società. Questa è una questione di identità che portiamo dentro da tanti anni. In un contesto di prima squadra il mio compito è quello di imparare dai giocatori più esperti, non trasmettere valori che sanno già“.

Fagioli: “Esser qui da tanto tempo è un vantaggio per noi, possiamo essere d’esempio per i più piccoli“.

Il rapporto con Di Maria?
Soulé: “Sono sempre tranquillo, provo sempre a imparare tutto. Il rapporto è bellissimo, siamo argentini e sempre c’è quella confidenza da connazionali. Viviamo come se ci conoscessimo da prima“.

Quanto è stato importante il prestito?
Fagioli: “Ho avuto la fortuna di allenarmi con tantissimi compagni tra cui Ronaldo. Assieme alla società ho deciso di andare in prestito ed è stato una scelta azzeccata perché ho trovato minutaggio”.

La cosa più diversa nell’allenarsi con i giocatori di alto livello? Il tuo giocatore preferito?
Miretti: “La cosa più difficile che ho dovuto affrontare è stato l’adattamento fisico, di forza, velocità. I livelli sono chiaramente diversi. Un aspetto che mi ha messo in difficoltà è quello psicologico, doversi abituare in breve tempo ad allenamenti e partite con la prima squadra. Il mio idolo era Nedved, poi man mano ho cambiato anche ruolo. Ora il punto di riferimento personale è De Bruyne”.

C’è stata la possibilità di andare in prestito?
Miretti: “Essere qui è un sogno. Negli anni è diventato un obiettivo, aver raggiunto quest’obiettivo è motivo d’orgoglio. A volte non ti accorgi della fortuna che hai, della società che ti mette a disposizione e lo sottovaluti. Se ti fermi a pensare alla fortuna che hai, ti senti orgoglioso di tutti i sacrifici fatti durante gli anni. Essere qui è motivo d’orgoglio. Sul prestito non so, sono rimasto qua, le mie forze e il mio pensiero è concentrato alla Juve, sono felice di essere qui“.

Fagioli: “Erano 4-5 anni che facevo su e giù, con la società abbiamo deciso di restare e sono contento. C’era la possibilità del prestito, ma sono rimasto”.

Soulé: “Quando arriva il momento in cui sei qui, è un’emozione incredibile. Lo vedo: mi danno il numero nello spogliatoio, il numero di camera e ti dice che sei qui, è bellissimo. Me lo dicono i miei genitori, io a volte non mi rendo conto delle cose che ho fatto e cercato, di quand’ero piccolo, non pensavo di poter essere qui. Ora sono qui e voglio pensare a qua, a poter giocare qua, ad avere minutaggio. Non so se andare in prestito

Cosa ti ha colpito di più del PSG?
Miretti: “La velocità e la qualità con cui eseguivano ogni movimento, dallo smarrimento al passaggio. Tutto quello che facevano lo facevano al massimo e con estrema qualità“.

Giocare in Serie C è il primo vero passo per sentirsi calciatori?
Fagioli: “Penso che l’Under 23 sia stata molto importante, è un passaggio che aiuta molto a crescere noi giovani. Penso sia stata una scelta giustissima“.

C’è un progetto di uno stadio per la seconda squadra? Come spiega la solitudine della Juve nelle seconde squadre in Italia?

Cherubini:C’era un progetto chiaro prima della pandemia e adesso è stato sospeso. Quando ci saranno le condizioni sarà un valore aggiunto e dobbiamo rispettare il momento che stiamo vivendo. Dovremmo chiedere a loro eravamo sette club tutti convinti, ma non so cosa abbia frenato gli altri in questo percorso e speriamo che qualcun’altra ci segua”.

Parla Maurizio Arrivabene:

Next Gen non significa solo calcio, ma è un esempio che questi ragazzi devono dare agli altri. Non significa solo calcio, Miretti lo sa bene, perché parliamo anche di dare gli esami di Maturità perché devono rappresentare un esempio. Indicare una strada ben precisa di esempi da seguire questa è l volontà della società. Riguardo al mercato c’è una scelta ben precisa legata a questi ragazzi, perché hanno bisogno di un mentore e a loro servirà per prendere esempio e diventare come i campioni con cui si stanno allenando. Ringrazio Gianluca Pessotto perché è una persona molto umile e le persone umili mi piacciono molto”.

Collaborazioni: Juventus Planet.
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