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Juve, manovra stipendi: in arrivo nuove sanzioni

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Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha chiuso l’inchiesta sulle “manovre stipendi” della Juve e nei prossimi giorni dovrà informare della sui potenziali incolpati. I quattro mesi di lavoro investigativo basato sulle carte inviate a più riprese dalla procura della repubblica di Torino si sono esauriti. E le conclusioni della procura andrebbero in una direzione chiara: la responsabilità del club e di chi lo dirigeva.

Il Codice di Giustizia Sportiva della Federcalcio prevede che alla chiusura dell’istruttoria i potenziali incolpati siano avvertiti e possano chiedere di essere sentiti e presentare una memoria. Poi spetta alla Procura prendere l’ultima decisione: o deferire, e quindi rinviare a giudizio (sportivo), o archiviare o scegliere rispetto a eventuali richieste di patteggiamento. L’ipotesi più probabile, vista la possibilità di chiedere tempi più brevi è quella di andare al Tribunale Federale fra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Per cercare di chiudere il percorso della giustizia sportiva entro la fine del campionato per i due gradi federali.

Sono i due accordi fra Juventus e calciatori durante le prime due stagioni Covid (2019-2020 e 2020-2021). Secondo i pm di Torino, queste intese non rappresentavano una riduzione degli stipendi, piuttosto “un mero differimento” con “gli atleti che avevano una valida aspettativa che la società avrebbe onorato l’impegno relativo al pagamento posticipato delle quattro mensilità”. Ai magistrati interessa tutto questo per dimostrare le ipotesi di reato di natura “bilancistica” per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio dei 12 ex dirigenti juventini e della stessa società.

Secondo La Gazzetta dello Sport, la Juve rischierebbe una maxi multa e/o la penalizzazione di “uno o più punti”. I suoi ex dirigenti potrebbero essere sanzionati con nuove inibizioni. In linea teorica, e a una prima lettura del Codice, questi documenti avrebbero potuto portare a stabilire anche la responsabilità dei calciatori, con il rischio di “almeno un mese” di squalifica. Tuttavia, nello scambio di mail fra i dirigenti della Juve di allora e gli agenti dei calciatori, la procura federale ha evidentemente ritenuto non sufficiente il livello di consapevolezza del comportamento tenuto dai giocatori e quindi la loro responsabilità diretta e acclarata nella violazione regolamentare. Al contrario della posizione degli agenti protagonisti della confusa trattativa sulle “rinunce”.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Collaborazioni: Juventus Planet.
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