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Gravina: “Il calcio ha risposto al caso scommesse. Doping? C’è stato un solo caso e l’abbiamo punito”

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Il presidente della FIGC Gabriele Gravina, intervenuto questa mattina in conferenza stampa per presentare l’edizione numero 40 del Premio di cultura sportiva Beppe Viola, ha parlato anche del caso scommesse e della questione doping. Queste le parole riportate dal sito della Federazione:

Bisogna delimitare i confini dei soggetti che hanno commentato in queste ore in maniera non approfondita alcuni temi. La risposta che è stata data da tutto il movimento sportivo, peraltro in ottemperanza a una legge dello stato, è di rispetto dell’autonomia del nostro mondo che implica al suo interno un altro concetto importante come quello della democrazia. C’è poi un tema di conoscenza: bisogna approfondire meglio alcuni argomenti perché così si rischia di fare del male al nostro sistema. Se il mondo del calcio nel 2020 non avesse inserito nei propri principi statutari delle sanzioni per colpire chi scommette, ci saremmo dovuti adeguare alle leggi dello stato che non prevedono alcuna sanzione per chi scommette su piattaforme legali e un’ammenda per coloro che lo fanno su piattaforme illegali. Riteniamo invece di aver adottato delle norme di tutela. Ho anche la sensazione che si stia giocando sulla pelle di ragazzi molto giovani. Ho il dovere di difendere tanti giovani italiani che stanno diventando carne da macello. Dobbiamo tutelare l’integrità morale di questi ragazzi e guidarli nel processo di crescita, ed è per questo che le nostre sanzioni hanno previsto – e non era mai accaduto – un percorso di accompagnamento. Questi ragazzi non li abbandoneremo mai“.

Sul doping: “Ho sentito parlare di doping, ma non del fatto che ci sia stato un solo caso. Lo abbiamo individuato: il nostro compito è quello di stabilire le norme e punire chi si dopa. Ho sentito poi parlare di diritti televisivi: un tema che non compete a noi. La Legge Melandri pone in capo la tematica ai soggetti organizzatori: la Lega, in questo senso, è destinatario della capacità e della responsabilità di gestirli. E poi le infrastrutture: legittimamente il Governo italiano ha comunicato in maniera forte che non ci sono fondi per questo tipo di attività. La Federazione non è un’azienda di costruzioni che realizza stadi: noi ci siamo preoccupati di offrire opportunità come EURO 2032, un successo nazionale e internazionale. Infine i debiti, che molte volte da provvedimenti che in maniera azzardata, come noi abbiamo sostenuto, hanno rinviato la copertura delle perdite di cinque anni. Questa cosa genera indebitamento, così come le rateizzazioni. Se ci sono delle sentenze che portano fallimenti perché vengono applicate delle leggi dello stato, non capisco perché si attribuiscano responsabilità a soggetti che rispettano tali leggi“.

Collaborazioni: Juventus Planet.
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