Seguici su

PRIMA SQUADRA

Buffon: “Nel 2011 Conte impose la mia presenza. Futuro da dirigente? Voglio essere operativo…”

Nel corso di una lunga intervista a La Repubblica, Gigi Buffon si sofferma sul suo primo anno da ex giocatore e sul futuro

Pubblicato

il

ft Buffon alzato in cileo

Nel corso di una lunga intervista a La Repubblica, Gigi Buffon, ex portiere di Juventus e Nazionale, ed attuale capodelegazione degli azzurri, si sofferma sul suo primo anno da ex giocatore e sul futuro: “Il primo anno senza giocare? L’ho vissuto bene. I vuoti che incontri dopo che per trent’anni hai avuto una vita scadenzata devi cercare di riempirli in modo più proficuo possibile. E credo di averlo fatto molto bene”.

Il futuro? Diciamo da direttore sportivo? Dirigente? Metto il punto di domanda, ancora. Ma comunque all’altezza della situazione nelle cose che mi piacciono. Di sicuro voglio essere operativo, non mi piace essere passivo”.

Buffon parla poi anche delle trattative di mercato che lo hanno coinvolto: “Nel 2001, dal Parma, avevo quasi fatto con la Roma. Era questione di dettagli. Poi anche col Barcellona. Alla fine però sono andato alla Juve. Poi nel 2005 c’è stata una grandissima società straniera che mi voleva, ma non l’ho presa in considerazione. Nel 2011 stavo di nuovo andando alla Roma: mi chiamò Montali, mi piaceva e con la Juve s’era rotto qualcosa”.

Poi però arrivò Conte e impose la mia presenza. Quando dal Psg sono tornato alla Juve stavo per andare al Porto. Avevo già visto i voli, la città. E altre due volte sono stato vicinissimo all’Atalanta. La seconda avevo deciso. Ma alla Juve mi conoscono come le loro tasche. Fecero una riunione: c’eravamo io, Paratici, Pirlo. Che mi disse: Gigi, cavolo, è il primo anno che alleno, sono venuto sapendo che c’eri tu… Cosa potevo rispondergli?”, conclude Buffon.

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *