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PRIMA SQUADRA

Tudor: “Non penso a me stesso, dobbiamo reagire insieme. Non è il momento dei drammi”

Dopo la sconfitta contro la Lazio, Tudor analizza il momento della Juventus: “Ci manca qualcosa, ma non serve fare drammi. Penso solo a come migliorare la squadra”.

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Tudor Sky

Il tecnico della Juventus, Igor Tudor, ha commentato a Dazn l’ennesimo passo falso dei bianconeri dopo la sconfitta dell’Olimpico contro la Lazio. Tra autocritica, amarezza e spirito di squadra, le sue parole delineano un momento complesso ma non senza fiducia.

Sull’atteggiamento e sull’inizio di gara:

“No, si scaldava Kostić perché ho visto che Cambiaso non è entrato bene. In generale la squadra è partita bene, a parte lo sbaglio che ha fatto Jonathan e il gol che hanno fatto loro. È un momento brutto, difficile, dobbiamo stare uniti e lavorare di più tutti insieme. C’è delusione, perché l’abbiamo preparata nel modo giusto, ma ci manca sempre qualcosa. Siamo arrivati lì, nell’area, ma bisogna buttarla dentro. E dietro non c’è da sbagliare niente, invece noi sbagliamo sempre: c’è sempre l’errore di qualcuno e allora si perdono partite. Ci sentiamo malissimo, ma bisogna compattarsi.”

Sulla difficoltà nel segnare:

“È una bella domanda. Oggi abbiamo provato con due attaccanti, che hanno avuto le loro occasioni. Poi siamo passati con Francisco e Kenan, con quattro offensivi, ma ci manca qualcosina sicuro.”

Sul momento complicato e le responsabilità:

“Tutti sono responsabili, è sempre così. Bisogna stare uniti, è un momento difficile, ma tra due giorni si rigioca e con una vittoria si può ripartire. Ci manca qualcosa da tutti i punti di vista: per fare gol servono quattro attaccanti, ma in difesa dovremmo avere dieci centrocampisti. Se qualcuno sbaglia e davanti non segni, è un problema. Non bisogna fare drammi: è una situazione brutta, ma serve unità.”

Sulla sua posizione e il futuro personale:

“A me non interessa il mio futuro. Tutti mi chiedono se mi sento sicuro o preoccupato, ma non penso a me stesso. Penso solo a come fare meglio, a restare lucido e consapevole dei problemi che ci sono. Del mio futuro non mi importa, voglio solo migliorare ciò che posso.”

Sulla scelta dei due attaccanti titolari:

“È stata una decisione legata alla partita, non ai gol mancati. Kenan aveva bisogno di riposo, e Jonathan con Dusan hanno il gol nelle corde. È mancata solo la finalizzazione. Siamo arrivati con i cross, con le mezzali, con i quinti, ma quando si arriva negli ultimi 20 metri qualcuno la deve mettere dentro, altrimenti non succede nulla. E dietro, al primo errore, vieni punito.”

Sull’inversione tra Cambiaso e McKennie:

“Non era una questione tattica. Andrea l’ho visto in difficoltà su Isaksen. L’idea era quella di avere un terzino che facesse tutta la fascia, difendendo e attaccando. Non mi è piaciuto come la interpretava, né in fase difensiva né in quella offensiva. Ho cambiato perché Andrea può fare la mezzala e McKennie può coprire meglio tutta la fascia.”

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