PRIMA SQUADRA
Spalletti: “Bremer? Serve cautela. Voglio più gol da Conceicao. Noi dobbiamo onorare il passato e costruire il futuro”
Alla vigilia di Bologna-Juve, Spalletti parla di Elkann, mentalità, infortuni e di un calcio fatto di spazi, non moduli.
Alla vigilia di Bologna-Juventus, Luciano Spalletti parla in conferenza stampa e affronta i temi centrali del momento bianconero: il messaggio della proprietà, la gestione degli infortunati, l’evoluzione dei singoli e l’approccio mentale richiesto alla squadra.
Elkann: “Anche se sono arrivato da poco tempo coinvolgo tutta la squadra in questo discorso. Fa piacere sentire la forza e la passione di John Elkann e della famiglia per questo club. Sta a noi dare sostanza e concretezza a questa passione, onorando il passato e costruendo un futuro dello stesso livello o migliore come ci ha detto John Elkann quando è venuto a trovarci”.
Bremer, Rugani e modulo: “Rugani è già usabile in maniera ridotta, per Bremer per la delicatezza dell’infortunio avuto è uno di quelli che ha questa disponibilità ma si vede che ha ancora bisogno di tempo, bisogna andarci più cauti per non metterlo in difficoltà. Il cambio modulo? Mi stupisco quando sento parlare di schemi in campo, di caselle in campo. Il calcio attuale è un po’ cambiato, non vinci occupando posizioni ma occupando spazi e andando a decidere dove vuoi portare la partita”.
Conceição: “Questa è un po’ la sua evoluzione. Lui deve andare a cercare di rendere più possibili questi risultati qui, quello di fare gol, essere più determinato in fase offensiva. Ha questo spunto micidiale che ti mette poi in condizione di essere in imbarazzo davanti al suo scatto”.
Bologna: “Sta facendo vedere di avere grande qualità, quando gioca vuol decidere le regole. Non han timore di niente, ti indirizza negli spazi che loro vogliono. Se non siamo pronti a questa condizione qui sarà una serata complicata da raccontare”.
Mentalità: “Per avere un voto sufficiente in pagella basta fare una giocata o un assist, per avere un voto da campioni bisogna stare vicino al pallone e dentro alla squadra per 90′. Una giocata non basta più”.
Ritiro: “Non andremo più in ritiro, il ritiro non è mai un luogo ma una condizione mentale. Chi veste la maglia della Juventus sa di essere in ritiro sempre”.
