PRIMA SQUADRA
Soulè: “Alla Juve non avevo continuità. Inter? Non sarà facile per loro. Il mio ruolo preferito…”
Matias Soulé, in occasione del premio AIC, come miglior calciatore della Serie A di ottobre, ha parlato a Ultimo Uomo. Di seguito le sue parole:
“Pensavo di poter dare subito una mano. Io sono venuto qui a Frosinone per dimostrare quello che so fare. Nella videochiamata fatta con il mister e con il direttore prima di arrivare abbiamo parlato subito di quello che volevano da me, di quello che so fare, di come mi piace giocare, del ruolo che posso ricoprire, di come vengo dentro al campo per giocare. Che poi è quello che faccio oggi al Frosinone. Quindi sì, io ho pensato subito di dover fare bene. Non come un obbligo, ma con l’idea di venire qui a dimostrare quello che magari non ho potuto fare con continuità con la Juventus”.
Di Francesco: “Lui mi ha dato tanta libertà. Mi chiede di stare aperto, ma soprattutto di non dare riferimenti, di cercare la palla. Io ho questo vizio di volere sempre la palla, quindi lui mi spinge ad abbassarmi tra le linee per ricevere o al contrario ad allargarmi se il terzino si propone nel mezzo spazio. Sono tutte cose che stiamo imparando. Grazie a lui sto imparando tantissimo e imparerò tantissimo“
Passaggio in Serie C: “Sì, mi ha aiutato molto. Dalla Primavera alla prima squadra c’è una strada piuttosto lunga, che magari da un’altra parte mi avrebbero fatto andare in prestito. Invece stare nella Juventus U23 mi è servito molto a livello fisico, per capire il gioco, provare. Eravamo tutti giovani lì, senza esperienza, ma avevamo la possibilità di giocare, di provare. Che poi è anche quello che ho trovato al Frosinone, una squadra giovane. Quell’esperienza mi ha aiutato molto, non è come la Serie A, certo, ma devi lottare su ogni pallone, non è facile. È stato utile“.
In che ruolo ti vedi: “Nel 4-2-3-1 io mi trovo bene in tutti e tre i ruoli. Nel Velez ad esempio giocavo a sinistra; quello in mezzo, da “sottopunta”, è il mio ruolo, lo so fare, poi ovvio: per il mio profilo giocare a destra è più naturale perché da lì posso ricevere e poi ho tutto il campo col sinistro per andare avanti entrando dentro al campo. Mi piace più stare a destra, mi sento più libero di poter fare quello che so fare da lì“.
Doppietta al Cagliari: “Ti dirò, a me è piaciuto di più il primo gol. È una giocata importante: io prima sbaglio il passaggio, poi vado avanti in aggressione e la prendo subito. Arriva a Reiner, che me la ridà subito e di sinistro calcio sul primo palo che, magari non si capisce, ma non era facile, in mezzo tra palo e la gamba sinistra del portiere, c’era poco spazio. Quindi mi è piaciuto di più il primo per tutta l’azione, perché poi essere aggressivi è una cosa che ci chiede il mister. Ovviamente l’altro è stato bello [stava per dire bellissimo, poi si è corretto, nda] ho fatto la finta di calciare col sinistro perché sapevo che lui sarebbe dovuto uscire forte per coprire il tiro quindi gli sono andato a destra e mi sono trovato davanti al portiere“.
Sulla fase difensiva: “Il mister me lo chiede, ma io lo faccio già automaticamente, non penso a risparmiarmi, che spendo troppa energia se mi abbasso troppo. Io vado per aiutare quando non abbiamo la palla, coprire dentro, uscire fuori. Ovviamente quando sono stanco magari chiedo aiuto a un compagno, ma se riesco mi applico, do una mano alla fase difensiva: è qualcosa che ho imparato qui in Italia, onestamente in Argentina non lo facevo tanto, ma alla Juventus me l’hanno insegnato molto bene. È da lì che ce l’ho automatico, torno con la squadra“.
Sull’Inter: “È una partita molto importante per noi, ma siamo tranquilli: sarà una partita molto bella da giocare. Noi proviamo sempre a farlo nella nostra maniera e sarà così anche con l’Inter, quindi non sarà facile per loro perché noi lasceremo tutto in campo. Sarà bellissimo, non vedo l’ora“.