PRIMA SQUADRA
Scommesse illegali, cosa rischiano i calciatori indagati
Calcio scommesse, nuovo filone: coinvolti anche giocatori della Juventus. Ecco cosa rischiano

Un nuovo capitolo si apre sull’inchiesta legata alle scommesse illegali che scuote il calcio italiano. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbero dodici i calciatori transitati in Serie A tra il 2021 e il 2023 coinvolti, alcuni dei quali tuttora protagonisti del nostro campionato.
Tra questi compaiono anche giocatori (ed ex) della Juventus, come Mattia Perin, Weston McKennie e Leandro Paredes (oltre a Nicolò Fagioli, già squalificato, oggi in prestito alla Fiorentina). I loro nomi emergono da una complessa indagine della Guardia di Finanza di Torino, partita dal sequestro dei dispositivi di Sandro Tonali e dello stesso Fagioli, già noti per precedenti squalifiche legate al medesimo contesto.
Il fulcro dell’indagine riguarda una rete di piattaforme di scommesse online illegali, gestite da Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera, con il supporto – secondo gli inquirenti – di tre amministratori di una gioielleria milanese utilizzata per gestire i flussi di denaro in modo occulto.
Cosa rischiano i giocatori?
Sul piano penale
Il rischio immediato per i calciatori è legato alla legge 401 del 1989, che sanziona la partecipazione a giochi non autorizzati. Tonali e Fagioli, già puniti dalla giustizia sportiva, restano indagati anche a livello penale per aver scommesso tramite piattaforme illegali e per averne, in parte, facilitato la diffusione tra altri colleghi. Il reato prevede fino a 3 mesi di arresto o un’ammenda fino a 500 euro, ma può essere chiuso anche con un pagamento ridotto tramite oblazione.
Gli altri calciatori, tra cui i bianconeri citati, risulterebbero invece coinvolti solo per aver partecipato a giochi d’azzardo online – come il poker – su piattaforme non autorizzate, senza connessioni dirette con il mondo delle scommesse sportive. Anche per loro l’aspetto penale potrebbe concludersi con una semplice sanzione economica.
Sul piano sportivo
Qui la situazione è più fluida. Qualora venisse confermato che i giocatori abbiano partecipato solo a giochi non legati al calcio, come poker o blackjack, non ci sarebbero automatismi in termini di squalifiche. È già accaduto, ad esempio, con Zaniolo, che dopo aver ammesso l’uso di piattaforme illegali per il poker non ha subito alcuna penalizzazione sportiva.
Tuttavia, la Procura Federale della FIGC esaminerà comunque i documenti e gli atti raccolti dagli inquirenti. Nel caso emergano nuovi elementi – come scommesse su eventi sportivi o comportamento recidivo – potrebbero aprirsi nuovi procedimenti.
Per chi, come Fagioli e Tonali, ha già patteggiato una squalifica, l’unico rischio sportivo ulteriore riguarda la possibilità che emergano fatti nuovi e distinti da quelli già giudicati.
