Seguici su

PRIMA SQUADRA

Sarri: “Il PSG ha dato una lezione al mondo. Juve la squadra più difficile da allenare”

Maurizio Sarri a sorpresa: “Juve era asimmetrica, abbiamo vinto grazie ai più freschi”

Pubblicato

il

ft sarri

Prima di rimettersi la tuta biancoceleste e iniziare ufficialmente la sua seconda avventura sulla panchina della Lazio, Maurizio Sarri fa tappa in Maremma. L’allenatore toscano è infatti protagonista di un clinic di specializzazione al Valletta Beach Club di Castiglione della Pescaia, appuntamento rivolto ad allenatori, addetti ai lavori e appassionati del mondo del calcio.

Nel corso dell’incontro, Sarri ha risposto a numerose domande, soffermandosi anche su alcuni dei calciatori che ritroverà a Formello tra pochi giorni. A partire da Nuno Tavares, definito “l’unica incognita della difesa” ma anche “forte e molto promettente”. Secondo il tecnico, il terzino portoghese ha bisogno di essere inquadrato tatticamente, ma può diventare “un giocatore di livello altissimo”.

Sarri ha poi elogiato Nicolò Rovella, sottolineando di aver previsto il suo salto di qualità già tempo fa: dopo cinquanta partite da vertice basso, ha spiegato, può diventare un top nel suo ruolo, anche se gli manca ancora un po’ di palleggio. Spazio anche a Matteo Guendouzi, descritto come “un animale contagioso per chi gli gioca accanto”, un centrocampista che, a detta dell’allenatore, ha bisogno del guinzaglio perché “non riesce a fermarsi al cento per cento”.

Non è mancato un commento sull’ultima finale di Champions League, vinta dal Paris Saint-Germain contro l’Inter. Per Sarri, il club francese ha dato “una lezione al mondo”, puntando su giovani di talento dopo aver detto addio ai top player e abbassato il monte ingaggi. Una scelta coraggiosa, ha detto, che ha portato finalmente a una vittoria europea che era mancata anche nell’era di Messi e Neymar.

Infine, una parentesi sulla sua esperienza alla Juventus, dove conquistò lo Scudetto nella stagione 2019/2020. Un’annata definita complicata, soprattutto per le caratteristiche della rosa: “È stata la squadra più difficile da allenare perché era asimmetrica. Abbiamo vinto grazie ai più freschi, come Bentancur”. Guardando alla corsa scudetto di quell’anno, Sarri ha spiegato di aver sempre considerato l’Inter come il vero avversario, mentre la Lazio – penalizzata dai tanti impegni ravvicinati – non aveva una rosa sufficientemente profonda per reggere fino alla fine.

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *