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Rabiot: “Pallone d’oro? Mi aspettavo di esserci. Ecco perché sono rimasto alla Juventus…”

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Adrien Rabiot, centrocampista della Juventus e della Nazionale francese, è stato intervistato da L’Equipe. Di seguito le sue dichiarazioni.

Sulla permanenza alla Juve: “Se sono rimasto un altro anno in Italia per prepararmi bene a Euro 2024? Sì, questa è stata una parte importante della mia decisione, è complicato adattarsi a un nuovo club. Con la Juve non avremo le Coppe ma la prendo come un’opportunità per lavorare di più, cosa che non puoi fare quando giochi ogni tre giorni”.

Sui gol: “Allegri dice che devo fare più gol? Lui insiste molto su questo punto e fa bene. I miei numeri potrebbero essere più alti anche se la scorsa stagione ho segnato undici reti. Tutti gli allenatori me l’hanno detto, anche Blanc al Psg. Ho margini di progresso e questo è uno di quelli”.

Leader Francia: “Sì, è successo in modo del tutto naturale. Da quando sono tornato nel 2020, ho giocato ogni partita ogni volta che ero disponibile. È uno status diverso quello che ho anche io alla Juventus in questa stagione. La generazione dei giocatori è pian piano cambiata e anch’io sono diventato uno dei più anziani. Con la nuova generazione, nella squadra francese, ci conosciamo tutti abbastanza bene, abbiamo legami e molti di noi vengono dalla regione parigina“.

Capitano Francia: “Non dico che non mi interessa, sarebbe falso. È un ruolo importante che dimostra che siamo arrivati ​​a un certo punto. Ma prima di me c’erano giocatori più legittimati“.

L’assenza di uno sponsor tecnico: “Mi è sempre piaciuto essere libero. Le scarpe, qualunque sia il produttore, possono essere buone un giorno, meno buone un altro. Voglio poter scegliere cosa è meglio per me. Poter “passare”, se necessario, da un produttore di attrezzatura all’altro. È la comodità a guidare la mia scelta, non l’estetica. Ad un certo punto ho indossato l’Adidas poi ho scelto la Nike perché mi sentivo meglio con loro, senza essere sotto contratto. Vado a comprare le mie scarpe? (Ride.) No, no, me ne mandano ancora qualcuna. Non sono arrivato a quel punto. Ho scelto di essere libero. Sappiamo che con i contratti ci sono dei vincoli, tante cose da fare, sparatorie da destra a sinistra. Non voglio. Il nostro tempo di riposo tra una partita e un allenamento è spesso molto breve e preferisco approfittarne per recuperare piuttosto che andare a fare una ripresa a Ibiza o non so dove… È una scelta che faccio. Mi guadagno da vivere abbastanza bene da non dire a me stesso che ho bisogno di quei soldi”.

Sulla mancata nomina per il Pallone d’Oro: “Non sono rimasto indifferente, perché mi dico che ho fatto comunque una stagione molto importante a livello individuale e perché vedendo certi giocatori che compaiono lì, ho pensato che non fosse, non è necessariamente logico. Chi decide tutto questo forse non ha in mente l’intera stagione di un giocatore. A volte possono bastare una o due belle partite di Champions League”.

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