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“Non mi sono piaciuti i cambi”: a chi si riferiva Tudor? Analisi e numeri

Tudor scuote la Juventus: “I cambi non mi sono piaciuti, serve un altro atteggiamento”. I numeri dei subentrati

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Conceicao

Nel calcio moderno, dove cinque sostituzioni possono cambiare volto a una partita, la gestione dei cambi è diventata cruciale. Ne è consapevole Igor Tudor, che dopo la vittoria della sua Juventus contro il Lecce, non ha nascosto la propria delusione per il contributo offerto dai subentrati. In conferenza stampa, il tecnico croato ha parlato chiaro: “I cambi non mi sono piaciuti. Oggi il calcio non è più come una volta: con cinque ingressi si trasforma mezza squadra. I giocatori devono capire che non si entra per far numero, ma per incidere. Glielo sto insegnando. Oggi non è andata bene, bisogna crescere in fretta.” CONTINUA SOTTO

Una critica diretta ma costruttiva, che fotografa bene il senso di un finale di gara più complicato del previsto. La Juventus, pur portando a casa i tre punti, ha mostrato fragilità negli ultimi minuti. E Tudor, pur non facendo nomi, ha voluto lanciare un messaggio forte e chiaro.

Cambi sottotono: i numeri parlano chiaro

L’analisi dei subentrati conferma le parole del tecnico. Al 67’ Tudor ha mandato in campo Andrea Cambiaso, Timothy Weah e Randal Kolo Muani, ma l’impatto dei tre è stato tutt’altro che risolutivo.

Andrea Cambiaso ha toccato solo 17 palloni, senza incidere in fase offensiva né difensiva. Anzi, è apparso in ritardo sul gol del Lecce firmato da Baschirotto. Nessun duello vinto, zero cross e un solo tiro, peraltro innocuo.

Timothy Weah, subentrato per dare energia sulla fascia, ha faticato a trovare ritmo e precisione. Su quattro duelli solo uno vinto, sette possessi persi e nessun dribbling riuscito. L’unico cross preciso è rimasto isolato in mezzo a una prestazione opaca.

Randal Kolo Muani, forse il più atteso tra i nuovi ingressi, non è riuscito a imporsi nel poco spazio a disposizione. Dodici palloni toccati, un solo dribbling andato a buon fine e una precisione di passaggio sotto il 70%.

Anche Conceição non incide

Più tardi, al 77’, è stato il turno di Francisco Conceição, reduce da una settimana movimentata fuori dal campo. Ma il suo ingresso è rimasto sulla carta: appena 11 palloni toccati, nessun tiro né dribbling tentato. Troppo poco per chi vuole ritagliarsi spazio in un gruppo competitivo come quello bianconero.

Un messaggio inequivocabile

Il messaggio di Tudor è chiaro: “Chi entra deve cambiare la partita, non subirla”. Il tecnico non fa differenze tra titolari e panchinari, ma pretende lo stesso livello di concentrazione e determinazione. Non è questione di minuti giocati, ma di mentalità.

Con il calendario che si fa sempre più fitto e gli obiettivi che restano ambiziosi, la Juventus avrà bisogno di tutti. Ma per far parte del progetto, servirà dimostrare di essere all’altezza ogni volta che si viene chiamati in causa. Tudor lo ha detto una volta, difficilmente lo ripeterà.

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