PRIMA SQUADRA
Nero su Bianco | Torino-Juventus
Torino-Juventus, il Derby della Mole numero 202 della storia termina con un risultato di parità. Il solito Chiesa frizzante e l’incornata di Cristiano Ronaldo non bastano per rispondere alla doppietta di Sanabria e per portare a casa i 3 punti. I bianconeri, oltre a non aver approfittato del pareggio tra Milan e Samp, scivolano al 4° posto insieme al Napoli, superati dall’Atalanta.
Cosa ha funzionato e cosa no nel match di ieri?
NERO
INCAPACITÀ DI GESTIRE IL VANTAGGIO – Come spesso è accaduto in questa stagione, la Juventus parte forte mettendo alle corde il Torino. Dopo il vantaggio al 13′ firmato Chiesa, gli uomini di Pirlo hanno smesso di creare occasioni, fino a subire la doppietta di Antonio Sanabria. La difficoltà nel gestire il vantaggio non è di certo una novità, ma è un trend negativo da cambiare il prima possibile.
TIMORE DOPO IL GOL SUBITO – Un’altra caratteristica tipica della Vecchia Signora in questa stagione è la paura dopo il gol subito. Come detto prima, spesso i bianconeri partono arrembanti, ma nel momento in cui subiscono una rete avversaria, assumono un atteggiamento precauzionale, specchio dell’evidente fragilità, che si ricollega al punto precedentemente trattato
MANOVRA LENTA E MACCHINOSA – Una diretta conseguenza del timore sopra citato, è la fase d’impostazione. Al contrario dell’inizio partita, dopo la rete di Sanabria, la manovra è diventata lenta e prevedibile, per mezzo della quale è stato complicato trovare spunti offensivi.
CONTROPIEDI SPRECATI – Le rare occasioni che si sono presentate per fare male ai granata in velocità sono state malamente gettate al vento. L’esempio per antonomasia è stata la ripartenza in netta superiorità numerica, terminata solamente a centrocampo a causa di un passaggio insensato di Morata.
LINEA DI CENTROCAMPO ALTA – Nonostante l’assetto offensivo, che ha visto come protagonisti il quartetto Chiesa-Morata-Ronaldo-Kulusevski, il centrocampo formato da Bentancur e Danilo si è spesso affacciato verso l’area di rigore avversaria. Talvolta questo posizionamento ha creato scompiglio tra i bianconeri: il Torino ripartiva con troppa facilità diretto verso la nostra linea difensiva e la linea mediana, che normalmente dovrebbe svolgere il ruolo di “diga”, è risultato un debole setaccio.
ERRORI DI SZCZESNY – Dopo la squadra, veniamo ai singoli. Il portiere polacco è sicuramente colpevole su entrambi i gol granata. Nella prima occasione, è reattivo a scendere per murare la conclusione di Mandragora, ma la deviazione, anziché essere laterale, è centrale e diventa di fatto un assist per il tap-in del paraguayano. Nella seconda, l’errore è ancor più grave: un tiro potente ma sul primo palo, da posizione abbastanza defilata.
ALTRO REGALO DI KULUSEVSKI – Ebbene sì, “altro”, perché nella partita di ieri, come avvenuto anche contro la Lazio, lo svedese ha servito un assist per Sanabria. Un passaggio che rispecchia deconcentrazione e superficialità.
BIANCO
CHIESA, LA QUARTA PUNTA – Questa squadra necessita di una quarta punta? Nessun problema, ci pensa Federico Chiesa. Nei primi 10′ ha due occasioni: un tiro al volo che si spegne alto ed una bomba di sinistro centrale, disinnescata senza troppe difficoltà da Sirigu. Al minuto 13 trova però la rete del vantaggio, che conclude un grande “uno-due” con Morata. Per l’ex viola sono 10 gol nel 2021.
RITORNO DI BENTANCUR? – Ancora presto per dirlo, anche se alcuni segnali positivi si sono visti. Oltre al tiro che si stampa contro il palo, complice anche la deviazione dell’estremo difensore granata, l’uruguayano si è proposto spesso in profondità, cosa che in precedenza era accaduta di rado.
COCCODRILLO – Una aspetto che può sembrare banale, ma che di fatto è costato un’eliminazione precoce dalla Champions League. Ieri, per due volte, in barriera si è rivisto il coccodrillo, ruolo impersonato da Juan Cuadrado.
SPORTIVITÀ DI BENTANCUR – Nel calcio moderno, in cui simulazioni e perdite di tempo sono all’ordine del giorno, è raro osservare gesti di pura sportività. Durante il derby, l’arbitro ravvisa un fallo per un contatto giudicato pericoloso tra Bentancur e Mandragora, il quale viene ammonito. Il centrocampista bianconero però fa subito notare l’inesistenza dell’infrazione al direttore di gara, che annulla il provvedimento disciplinare nei confronti del giocatore granata.