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Juventus, Capello: “Scudetti tolti alla più forte e regalati alla terza. Fa ancora malissimo”
Capello e la Juventus: la ferita mai rimarginata degli scudetti cancellati

Fabio Capello, figura simbolo del calcio italiano e internazionale, ha dedicato una parte intensa della sua recente intervista al rapporto con la Juventus, tra passato glorioso e critiche al presente. Parole che rivelano quanto il legame con i colori bianconeri, nonostante il tempo trascorso, sia ancora profondamente sentito. Le sue parole intervistato da NetBet.
“Gli scudetti cancellati? Fa ancora malissimo”
Capello non ha usato mezzi termini per esprimere il suo rammarico su uno degli episodi più controversi del calcio italiano:
“Questa non mi è ancora passata,” ha dichiarato, interrompendo la domanda della giornalista.
“I due scudetti vinti sul campo cancellati con la squadra più forte in assoluto, anzi regalati a qualcuno che è arrivato terzo. Fa ancora malissimo. A casa ho ancora le medaglie, però…”
Un dolore che, anche a distanza di anni, continua a pesare. L’ex tecnico bianconero, che vinse due campionati consecutivi con la Juventus nei primi anni 2000, non ha mai digerito la revoca di quei titoli, che ancora oggi considera “sacrosanti” per quanto costruito in campo.
Critica al mercato e alla gestione recente
Oltre al passato, Capello ha voluto dire la sua sull’attuale gestione sportiva della Juventus, lanciando un monito alla dirigenza:
“La Juventus ha speso molto ma non è stata fatta una campagna acquisti giusta, sbagliata. Stesso discorso che vale per il Milan.”
Secondo l’ex allenatore, il problema non è solo tecnico, ma anche ambientale:
“Non hanno capito che per giocare in queste squadre c’è più pressione ed è più difficile. Vediamo se la lezione è servita, perché devono difendere la loro storia.”
Un messaggio chiaro: alla Juventus non basta investire. Servono mentalità, personalità e un’identità all’altezza del peso della maglia.
Il derby che non si dimentica
Nel ricordare momenti salienti della sua carriera bianconera, Capello ha evocato anche un rimpianto personale da giocatore:
“Rigiocherei un derby di Torino. Avevo fatto uno dei gol più belli della mia carriera, quello del 2-2. Pensavamo di aver salvato la partita, ma subito dopo abbiamo subito il 3-2. Mi è rimasto in testa…”
Un frammento di vita sportiva che dimostra quanto certi episodi, anche nei più navigati professionisti, lascino segni indelebili.
Juventus e Serie A: il confronto con l’élite europea
Capello ha poi allargato il discorso al contesto più ampio del calcio italiano:
“La Serie A oggi è come il campionato americano: un posto dove si va a chiudere la carriera. Non si può invertire questa tendenza perché non ci sono le risorse.”
E aggiunge:
“Oggi i giocatori vanno dove ci sono ambizione e soldi: Parigi, Barcellona, Madrid, Inghilterra, Bayern. Una volta tutti volevano venire in Italia. Oggi è il contrario.”
Una riflessione che riguarda anche la Juventus, chiamata a competere con club economicamente più forti in un mercato sempre più globale e spietato.
