CHAMPIONS LEAGUE
Juve, dal 2011 sono arrivati 800 milioni di incasso dall’Allianz Stadium. Obiettivo 100 milioni a stagione

C’era entusiasmo, orgoglio e un pizzico di rivoluzione, quel lontano 8 settembre 2011, quando la Juventus inaugurava il suo nuovo stadio. Una serata celebrativa, con il ritorno delle grandi glorie del passato, i cori dei tifosi e la promessa di una nuova era. Quattordici anni dopo, l’Allianz Stadium non è soltanto un simbolo di appartenenza, ma anche il cuore pulsante del progetto economico bianconero: un impianto che, dal giorno della sua apertura, ha garantito alla società circa 800 milioni di euro di ricavi, tra biglietteria, hospitality e attività non direttamente legate alle partite.
Un traguardo che racconta quanto lo stadio di proprietà – primo vero modello in Italia – abbia cambiato le regole del gioco. In un calcio che fatica a reggere i bilanci, il club torinese ha saputo costruirsi una risorsa stabile e strategica. Lo “Stadium”, poi ribattezzato Allianz dal 2017, ha rappresentato una leva decisiva non soltanto nelle stagioni vincenti sotto la gestione Agnelli, ma anche negli anni più recenti, quando i risultati sportivi non hanno sempre rispettato le aspettative.
Oltre la partita: il business “no-matchday”
Lo Stadium non è soltanto teatro di emozioni calcistiche. Al contrario, una parte sempre più importante dei ricavi proviene da ciò che accade lontano dal fischio d’inizio. Tour guidati, eventi corporate, sale hospitality utilizzate come location aziendali, matrimoni, mostre e soprattutto il Juventus Museum: un’offerta che genera già oltre 11 milioni di euro l’anno, dimostrando come l’impianto sia diventato un luogo vivo sette giorni su sette.
La Juventus, però, guarda avanti. L’obiettivo dichiarato dalla società è chiaro e ambizioso: arrivare a 100 milioni di ricavi annuali, trasformando lo stadio in una vera cittadella dell’intrattenimento, pronta ad ospitare concerti internazionali, eventi culturali e manifestazioni extra-sportive di grande richiamo. Un piano che segue l’esempio dei grandi club europei, da Real Madrid a Tottenham, che hanno già fatto della multifunzionalità dei propri stadi un vantaggio competitivo.
Un modello unico in Italia
Il caso Allianz Stadium rimane, ancora oggi, un unicum nel panorama italiano. Se altrove le società calcistiche sono ancora vincolate agli impianti comunali o a lunghe trafile burocratiche per ristrutturazioni, la Juve ha potuto contare per oltre un decennio su una casa propria, moderna, efficiente e redditizia. Con una capienza di 41.500 spettatori e standard internazionali per servizi e accoglienza, lo stadio si è trasformato in un punto di riferimento non solo per i tifosi, ma anche per sponsor e partner commerciali.
Il naming rights con Allianz, i pacchetti corporate, l’offerta premium di skybox e hospitality hanno reso la struttura un modello guardato con invidia anche da chi, in Italia, ancora sogna di costruire un impianto proprietario. Non è un caso che lo Stadium sia diventato, negli anni, anche sede di eventi nazionali e internazionali, proiettando Torino in un circuito globale di intrattenimento sportivo e non.
Un anniversario che guarda al futuro
Il quattordicesimo anniversario della sua inaugurazione non è soltanto un’occasione per celebrare i traguardi raggiunti, ma anche un momento per rilanciare la sfida. La Juventus sa che la sostenibilità finanziaria del club non può prescindere da un utilizzo ancora più esteso dello stadio. Per questo il progetto dei prossimi anni sarà quello di allargare i confini: non solo il calcio, ma un palcoscenico polifunzionale capace di generare valore tutti i giorni dell’anno.
In fondo, i numeri parlano chiaro: 800 milioni di euro in 14 anni rappresentano un risultato straordinario, ma per centrare l’obiettivo dei 100 milioni l’anno servirà un ulteriore salto di qualità, fatto di nuove idee, partnership strategiche e una visione sempre più internazionale.
E così, a quattordici anni di distanza da quel 2011 che ha cambiato la storia del club, l’Allianz Stadium continua a essere molto più di un semplice stadio. È un motore economico, un simbolo di modernità, ma soprattutto la prova che il futuro del calcio passa anche da qui: da strutture in grado di unire passione e business, sport e intrattenimento, tradizione e innovazione.