PRIMA SQUADRA
ECA – L’impatto del Covid sui club europei: le parole di Andrea Agnelli
Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha tracciato un bilancio sul momento del calcio europeo, in occasione della ventiquattresima edizione dell’Assemblea Generale della European Club Association, di cui è Presidente.
“ORGOGLIOSI DI AVERE CONCLUSO LE COMPETIZIONI”
“Possiamo solo essere orgogliosi di aver concluso le competizioni domestiche e internazionali in Europa e mi complimento con le squadre che hanno vinto Champions League ed Europa League, il Bayern Monaco e il Siviglia, e anche con il Lione Femminile che ha vinto la Women’s Champions League e il Real Madrid che ha conquistato la Youth League – le parole di Agnelli, pronunciate prima durante la relazione introduttiva in mattinata, e poi durante il momento di Q&A con i giornalisti europei – Siamo consapevoli della mole di lavoro e dei compromessi che sono stati fatti per portare tutto a termine e ne siamo fieri. La scorsa stagione è stata una delle più difficili nel nostro settore, senza contare le complicazioni che la pandemia ha portato in tutti gli aspetti della vita. Quello che è stato messo in luce è che il rischio imprenditoriale del settore ricade sulle spalle dei club; ci muoviamo in un quadro macroeconomico che si sta contraendo a livello globale, pertanto dobbiamo capire dove siamo in questo momento: stiamo analizzando le conseguenze della pandemia, come accade in ogni compagnia o industria; una prima visione di quanto sta accadendo nel mondo del calcio la avremo a ottobre, quando la maggior parte dei club avranno pubblicato i loro bilanci; più definita sarà la situazione fra un anno, nell’autunno del 2021”.
IL PRESENTE E IL PROSSIMO FUTURO
“Non abbiamo ancora una visione chiara di come i regolatori e i governanti normeranno il panorama in cui dovremo muoverci. Ogni azione che assicuri la salute pubblica avrà il nostro sostegno, perché questa è la cosa più importante. Detto ciò, al momento non sappiamo ancora come si evolverà la stagione 2020/2021. La speranza è che, a livello generale, si torni gradualmente al ritorno del pubblico allo stadio. Uno stadio vuoto non è quello che vogliamo vedere: non è la stessa cosa giocare con o senza il pubblico». «Le revenue dalla vendita di biglietti sono state completamente spazzate via, ma si sono contratte anche quelle da parte dei broadcasters sia a livello nazionale che internazionale. Possiamo stimare la decrescita in circa 4 miliardi di euro nei prossimi due anni, e, secondo la FIFA, il 90% di queste perdite impatterà sui club. Le stime dicono che il valore complessivo del mercato si ridurrà del 20-30% e ciò dimostra come sia evidente che ci sia meno denaro in circolazione. Dobbiamo essere molto attenti a come gestiamo le prossime stagioni, perché se è vero che, a livello quantitativo assoluto, quanto è accaduto impatterà maggiormente sui grandi club, chi ne soffrirà di più in termini proporzionali e percentuali saranno le società piccole e medie”. DENTRO E FUORI DAL CAMPO
“La situazione è da analizzare su due versanti: dentro e fuori dal campo. Gli attori sono quindi da una parte gli atleti e gli staff, dall’altro i manager che operano nei club. Sarà una sfida difficile, dovremo cambiare il modo in cui operiamo, soffermandoci sulle infrastrutture, sui salari dei calciatori e sui settori giovanili. Concordo con il pensiero del Presidente dell’UEFA Ceferin, quando sostiene che le cose torneranno gradualmente alla normalità: nel frattempo dobbiamo fronteggiare la situazione attuale”.
APRIRE UN DIALOGO FRA I CLUB
“Aprire il prima possibile un dialogo fra noi è di primaria importanza, perché le cicatrici di questa crisi saranno molto profonde. I club devono lavorare insieme per promuovere una posizione comune, con i nostri stakeholder, parlando con un’unica voce. Dobbiamo essere sicuri che tutti i club possano proseguire il loro cammino”.