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Trezeguet: “Se tornerei alla Juve? Assolutamente sì, come tornerebbe Alex Del Piero”

David Trezeguet è stato ospite al teatro Forma di Bari, raccontando il suo legame indissolubile con la Juventus

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David Trezeguet a Bari: “La Juve è stata la mia vita”

Ieri sera, David Trezeguet è stato ospite al teatro Forma di Bari, in un evento organizzato dal Juventus Official Fan Club della città “Spirito Gobbo Bari Gianluca Vialli”, nato tre anni fa. L’ex bomber francese ha parlato della sua esperienza con la Juventus, definendola “la sua vita”.

“La Juve è stata la mia vita: lì ho scritto la mia storia”, ha dichiarato Trezeguet, come riportato da Tuttosport. “Rimanere a Torino anche dopo la retrocessione penso abbia rappresentato il momento più importante della mia carriera. La società ci diede la possibilità di andare via, ma io non volevo. Sentivo il bisogno di ricambiare l’amore del club. Purtroppo ci hanno tolto degli scudetti nonostante ce li fossimo guadagnati sul campo. Abbiamo dimostrato di essere i più forti, la squadra più importante, eppure è andata come è andata. Il goal a cui sono più legato? Facile: quello del 5 maggio”.


Il rapporto con Marcello Lippi

Sul tecnico Marcello Lippi, Trezeguet si è espresso con grande riconoscenza:

“Per distacco il tecnico che mi ha dato di più nel corso della carriera”, ha detto il francese. “Tra di noi era iniziata malissimo. Lui non voleva me, ma Vieri, così chiese alla società di intavolare uno scambio di cartellini. Poi per una serie di motivi i due club non sono riusciti a trovare l’accordo e sono rimasto. La prima settimana è stata all’insegna del nervosismo tra noi due. Poi un giorno venne da me e mi disse che se avessi segnato più di 30 goal gli avrei dovuto fare un regalo. In caso contrario lui lo avrebbe fatto a me. Quell’anno alla fine ne feci 38. Spero abbia ancora l’orologio che gli ho comprato…”.


Il momento attuale della Juventus

David ha espresso la sua opinione anche sul momento attuale dei bianconeri:

“La Juve sta cercando in tutti i modi di tornare ad alzare dei trofei. La verità è che sono cambiate tante cose, a cominciare dai dirigenti, e penso che con il tempo il club abbia perso la sua identità. Ci sarà tanto da lavorare per ripristinarla”.

Ha poi rivelato il suo percorso formativo in Argentina per diventare direttore sportivo:

“Sono pronto e aspetto solo che mi venga data un’opportunità. Se tornerei alla Juve? Assolutamente sì, come del resto tornerebbe Alex Del Piero. Sono contento quando vedo società che decidono di includere nella dirigenza ex calciatori che hanno scritto la storia del club”.


Mercato e giovani promesse

Trezeguet ha commentato anche le mosse di mercato e i nuovi acquisti:

“Non conosco Damien Comolli, ma sarà chiamato a dimostrare di essere un vincente. Alla Juve conta solo quello. In attacco sono arrivati David, Openda e Zhegrova, giocatori interessanti e dalla buona qualità tecnica, ma alla Juve non basta questo. Starà a loro, con l’aiuto di Tudor, dimostrare di meritare questa maglia”.

Sul rendimento di Dusan Vlahovic:

“Da Vlahovic ci aspettavamo tutti di più. Forse ci siamo sbagliati: giocare alla Fiorentina non è come farlo per la Juventus. È passato un po’ di tempo eppure non sembra aver capito dove si trovi. Ora però mi pare più sereno, sembra quasi si sia tolto una responsabilità troppo grande. Ora che non è più un titolare fisso, paradossalmente ha ricominciato a segnare con continuità. Forse questa è la sua dimensione: un giocatore concreto a gara in corso”.


L’ammirazione per Kenan Yildiz

L’ex attaccante ha chiuso con un pensiero dedicato al giovane talento Kenan Yildiz:

“Non sarebbe stato male giocare con Kenan Yildiz, un ragazzo davvero interessante, semplicemente diverso. Incarna l’idea del 10 puro: quando ha la palla tra i piedi dà sempre l’impressione di poter fare qualcosa di speciale. Nella mia testa infatti lo vedo più seconda punta che ala. L’ho ammirato nelle gare del Mondiale per Club e mi ha davvero impressionato. È giovane, bisogna lasciarlo crescere”.

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