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Danilo al CorSport: “Non abbandono Pogba proprio ora. Bonucci? Quando io smetterò sarà diverso…”

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Il difensore e capitano della Juventus Danilo, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport (qui la prima parte). Di seguito le sue parole:

Allenamenti e partite: “Ci sono giorni in cui in allenamento non vinco un contrasto. Posso essere stanco di testa, o di gambe, non so. Ma quando vedo quella maglia qualcosa dentro di me succede. Provo sensazioni fortissime. Il motore si accende all’istante. É una questione di responsabilità individuali e collettive. Ci sono momenti in cui guardo la fascia al mio braccio e avverto uno stimolo in più. La partita è il mio vizio”.

Sul caso Bonucci: Solo casualità, non si possono fare paragoni. Sono storie, caratteri e realtà differenti. Io… Io voglio che la decisione di smettere sia mia e soltanto mia, spero di poterlo fare tanto con il club quanto con la Nazionale. So che nel calcio possono intervenire altri fattori, gli imprevisti, ma so anche che farò il possibile per avere il pieno controllo di quel momento, anticipandolo”. 

Su Ronaldo: Cristiano è uno che studia, non si concentra soltanto sulla tecnica. Si interessa dell’aspetto mentale, dell’alimentazione. L’obiettivo finale è certamente la prestazione, la cura che lui mette in tutte le cose e nella preparazione è formidabile”.

Su Pogba:Sono dispiaciuto per quello che sta capitando a Paul. L’avevo visto molto più presente, la testa giusta. Gli sono sempre stato vicino, tante volte l’ho invitato a non mollare, a spingere e spingersi oltre. Non lo abbandono proprio adesso… Devo dire che qui alla Juve non mi sono fatto mancare nulla, dopo sei mesi il Covid, poi i problemi societari, adesso i guai di Paul. Speravo in una stagione più lineare”. 

Su Vlahovic: “È molto giovane, ha avuto alti e bassi, ma fa parte del giusto percorso di crescita. Si mette addosso molte pressioni, deve imparare a gestirle. Se ci riuscirà diventerà uno dei migliori centravanti europei”. 

Su Chiesa: “Uno dei talenti più importanti dell’Italia, ha bisogno di essere coccolato, si può dire coccolato? Ha grande tecnica, ma deve imparare a competere in ogni istante. Ti porto l’esempio di Foden, altro talento, lui è uno che non si concede pause, è sempre in tiro. Federico deve arrivare al suo livello con la testa”.

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