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Agnelli al Next Gen Day: “Volevamo le seconde squadre dal 2010. Non è innovazione…”

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Andrea Agnelli, interviene nel Next Gen Day alla tavola rotonda sulle seconde squadre, incontro organizzato dalla Juventus a cui prendono parte anche Ghirelli, Gravina, Casini e Calcagno. Di seguito riportate le parole del numero uno bianconero.

Seconde squadre: “Per noi è il quinto anno della seconda squadra. Non stiamo innovando, stiamo copiando quello che altri fanno bene. Il passaggio è utile per la Juventus ma non solo, è un passaggio di sostenibilità, non si investe per comprare e la prima retribuzione è più bassa. Quanti giovani stanno arrivando alla Juve? Sette oppure otto sono stabili in Nazionale U20. Fin dal 2010 si voleva questo progetto, grande merito a Costacurta che ha spinto a credere nelle seconde squadre. Ricevo una telefonata e dico: si fa, è quello che voglio. Al primo anno i giocatori non sapevano bene cosa fare, erano abituati ai prestiti. Miretti l’anno scorso ha giocato in Primavera, U23 e Prima Squadra, gli ho detto: ma sai cosa stai facendo? Lui mi ha risposto: ho sempre giocato per la Juve, metto la maglia e gioco. Chi arriva da fuori invece va gestito in maniera differente”.

Settore Giovanile: “Se noi pensiamo ad una società come la Juventus, guardate nella storia quanti calciatori sono saliti dal settore giovanile alla prima squadra. Non è una onlus, non lo fa per le Nazionali. L’Italia ha circa 450 prestiti, l’Inghilterra ne ha circa 150 Paesi, gli altri 20/30. È un fatto oggettivo. Con le seconde squadre i migliori si tengono, migliorano e arrivano. Bisogna anche creare delle condizioni. Partecipiamo alle Assemblee di Lega Pro e non abbiamo il diritto di voto. Una seconda squadra può rischiare la retrocessione, può succedere: e se succede i giocatori dove li mettiamo? La seconda squadra permette di ridurre i costi della prima squadra. Il vantaggio economico ce l’ho. Miretti e Fagioli, l’equivalente, è un investimento da 15 milioni”.

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