Zidane si racconta: Juventus, Agnelli, Del Piero e il sogno di tornare in panchina

Zinedine Zidane ha parlato della sua Juventus al Festival dello Sport, regalando una serie di riflessioni sincere e nostalgiche. “In Francia il calcio era bello, ma non importante come alla Juve. Lì ho capito che vincere era un dovere, sempre, ovunque”, ha raccontato. Un impatto culturale forte, che ha segnato la sua crescita da fuoriclasse.

Tra i ricordi più intensi, quelli legati all’Avvocato Agnelli: “Dopo una bella partita, tornavamo alle tre del mattino e lui mi chiamava alle sei per farmi i complimenti in francese. Era un signore, appassionato vero di calcio”. Zidane ha anche ricordato le fatiche iniziali: “Lavoravamo tantissimo, soprattutto fisicamente. Ma poi ho capito le motivazioni”.

Il legame con i tifosi non è mai mancato, anche nei momenti difficili: “Una notte ci stavano contestando, ma Paolo e Fonseca erano sempre con me, mi difendevano”. E su Del Piero, parole da campione a campione: “Uno dei più forti in Italia. Alex aveva qualcosa di speciale, anche in una squadra piena di talenti”.

Zidane ha poi parlato della Champions League, trofeo sfuggito con la maglia bianconera: “È complicata. Io ne ho perse due con la Juve. Dipende anche dalla società”. E ha svelato il retroscena del passaggio al Real Madrid: “Ero a cena con Florentino Perez, mi fece passare un bigliettino su un tovagliolo. Dopo cinque anni alla Juve volevo cambiare, altrimenti sarei rimasto a vita”.

Infine, uno sguardo al futuro: “Tornerò ad allenare. Juve? Non so perché non sia successo, ma ce l’ho sempre nel cuore. Un mio obiettivo è la nazionale francese”. E su Kenan Yildiz: “Sta facendo bene, segna e sono contento per lui e per la Juventus”.