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Vaciago: “E adesso per la Juventus si fa dura. 21 punti persi da situazione di vantaggio”

Juventus, il futuro si complica: “Troppo normale per essere grande”. Le parole di Guido Vaciago

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Nel suo editoriale su Tuttosport, il direttore Guido Vaciago traccia un quadro impietoso ma realistico della Juventus vista nel pareggio contro il Bologna. Un risultato che pesa non solo sulla classifica, ma anche sul morale e sulle prospettive tecniche del club bianconero.

“E adesso per la Juventus si fa dura. Non impossibile, per carità, ma dura”, scrive Vaciago, sottolineando come il mancato successo contro il Bologna costringa la squadra a giocarsi tutto contro la Lazio. Un appuntamento che arriva in un momento di evidente difficoltà per una squadra che, nelle ultime dieci partite di campionato, ha vinto solo cinque volte, sempre soffrendo.

La sofferenza, infatti, sembra essere diventata una costante della Juventus di questa stagione. “Ha perso da tempo serenità e convinzione, vive di estemporanee fiammate nervose”, osserva il direttore, elogiando al contempo la preparazione tattica di Tudor per la sfida del Dall’Ara. Ma lo slancio iniziale si è rivelato, ancora una volta, effimero.

Il dato più allarmante? I 21 punti persi da situazioni di vantaggio. “Un numero troppo schiacciante per non indicare qualcosa di strutturalmente sbagliato”, scrive Vaciago. E qui si apre una riflessione profonda sul reale valore della rosa: il quarto posto, oggi conteso con fatica, non è frutto del caso ma specchio fedele delle lacune tecniche e caratteriali.

“Manca la qualità, manca lo spessore agonistico, manca il carattere”, incalza Vaciago, che non risparmia critiche alla costruzione della squadra: troppo spesso si è puntato il dito contro gli allenatori, ma i problemi veri restano in campo, tra giocatori che non riescono a incidere nemmeno contro avversari meno blasonati — e meno costosi — come il Bologna.

Certo, la sfortuna ha avuto un ruolo non secondario. L’infortunio di Bremer, per esempio, ha messo in crisi un impianto difensivo che avrebbe dovuto essere il punto di forza della squadra. Ma l’alibi non basta: “La differenza fra una grande e una squadra normale è che se togli ‘un Bremer’ alla prima, la indebolisci un po’, se lo togli alla seconda, la mandi in enorme difficoltà”.

La conclusione è amara e lascia trasparire un senso di occasione sprecata: “C’è un grande lavoro da fare per ricostruire una Juventus vera e cresce la sensazione che sia stato buttato via un anno”.

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