PRIMA SQUADRA
Tudor: “Alla Juve ai miei tempi eravamo noi a portare la porta al campo, oggi servono in venti”
Igor Tudor si racconta a DAZN con Ciro Ferrara: tra progetti futuri e ricordi personali, il tecnico bianconero spiega cosa ha significato per lui la Juventus.

Igor Tudor si è raccontato in un’intervista a DAZN insieme all’amico ed ex compagno Ciro Ferrara. Un dialogo per nulla banale, in cui l’attuale tecnico della Juventus ha parlato non solo dei progetti futuri, ma soprattutto di ciò che il club bianconero ha rappresentato nella sua carriera e nella sua vita.
Le parole di Tudor
“Ai miei tempi c’era un solo campo, ed è una delle cose che mi sono rimaste dentro di quegli anni. Portavamo tutto noi: palloni, porte, acqua. Oggi, invece, per spostare una porta servono in trenta. Erano tempi diversi, e la gente questo non lo sa.”
Ricordi: “Vorrei parlare di Te, Pessotto o Ale… Quando si perdeva una partitella si tornava negli spogliatoi arrabbiati. Adesso ho un gruppo fatto di giovani e di giocatori saggi. Con i miei figli mi comporto allo stesso modo: insegno con l’esempio e con la coerenza. Uso poche parole, ma non bisogna mai voltarsi dall’altra parte quando qualcosa è ingiusto. Serve stare concentrati ogni giorno: la partita, di per sé, è la parte più facile.”