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Thuram cuore Juve: “Torino mi ha riempito d’amore. Prima di fare il competitivo con Marcus devo vincere qualcosa”

Khephren Thuram, centrocampista della Juventus, ha fatto visita al liceo francese di Torino. Durante l’incontro, ha affrontato il tema del razzismo, argomento sempre centrale nei valori della sua famiglia. Le sue parole, riportate da La Stampa, toccano diversi aspetti della sua esperienza personale e professionale.
Italia e Francia: «Sono rimasto in Italia fino ai 4 anni, non ricordo bene. In Francia il razzismo l’ho incrociato. Temo non ci sia un posto specifico dove incontrarlo, purtroppo è un atteggiamento che ci troviamo davanti. Ho avuto anch’io le mie brutte esperienze».
Il calcio un aiuto: «C’è la volontà. Alla Juve si parla spesso di come è meglio combattere il razzismo, bisogna trovare una comunicazione efficace e reazioni forti. Bisogna opporsi, denunciare. Tacere per tentare di togliere importanza a chi si comporta così è inutile. Qualsiasi episodio va portato alla luce, solo così si stabilisce una soglia di vergogna collettiva, si stimola il rifiuto. Sono bestialità inaccettabili».
Serie A: «È un campionato di alto livello ed è quello che cerchiamo. Qui ci inseriamo bene, mio fratello parla l’italiano perfettamente, io miglioro e poi sono partite diverse, uniche: molto più tattiche che altrove, un gioco che esalta l’intelligenza. I Thuram ci stanno bene. In più Torino mi ha riempito di amore, in Francia la gente è concentrata su se stessa».
Competizione con Marcus: «Sono il fratello piccolo, non è il caso di lanciare le provocazioni. Marcus è fiero di me, io sono felice per lui, mio padre è davvero contento di vederci esprimere al meglio. Prima di fare il competitivo devo vincere qualcosa, se ci provo ora mi surclassano».
Tudor: «Io non c’ero quando hanno avuto questa conversazione. Posso solo rassicurare Tudor: mai avuto bisogno di uno schiaffo».
