PRIMA SQUADRA
Tacchinardi: “Sto vedendo la Juve di Tudor. Serve più veleno, più fame”
Tacchinardi critica la Juve: squadra senza fame, schiacciata dalla pressione. Serve una scossa.
Nell’intervista concessa in esclusiva a Tuttosport, Alessio Tacchinardi analizza in maniera schietta il momento delicato della sua Juventus. L’ex centrocampista bianconero mette in risalto la poca personalità di questa squadra, che appare sovrastata dalle pressioni della maglia. Tra il calo di Yildiz, i dubbi su David e Openda e la centralità ritrovata di Vlahovic, il suo è un appello a una Juve più affamata, coraggiosa e con l’ossessione della vittoria.
Le parole di Alessio Tacchinardi a Tuttosport
Sulla situazione delicata della Juve – «A me Luciano sta piacendo, per gli interventi che fa, per quel che dice. Ma non so se a volte sia meglio restare in silenzio oppure attaccarsi al muro, uno con l’altro. Perché questa squadra dovrebbe essere più arrabbiata, e ritrovare l’ossessione della vittoria. In campo serve più veleno, più fame. Se il silenzio vuol dire che più di così non si poteva fare, allora io sono preoccupato. Vedo Roma e Bologna: hanno più voglia di arrivare all’obiettivo».
Su Spalletti – «Oltre a essere un grande allenatore, è anche un grande psicologo. Credo che Spalletti abbia notato quanto la maglia sia un peso per questo gruppo. Che soffre aspettative e pressioni. E torniamo sempre lì».
«La Juventus è esattamente questo: aspettative e pressioni. Perciò vincere. Ma a prescindere dalla sfumatura, credo che tutti ora desiderino una squadra differente. Anche un po’ più sbarazzina, più antipatica, magari nervosetta. Si può vincere o perdere, ma si dia uno spiraglio di luce, una scossa, un cambiamento. Alla Juve, le pressioni, devi anche volerle, oltre ad accettarle. Devi finire per sconfiggerle. E invece la sensazione è che tutto questo pesi sempre di più».
Sul cambio allenatore – «Al momento non ho visto granché di differente: sto vedendo la Juventus di Tudor. E ci sono rimasto un po’ così, evidentemente Spalletti non ha avuto troppe sicurezze e ha optato per l’usato sicuro».
Sul calo di Yildiz – «Yildiz a me piace sempre. E deve stare comunque in campo. A Firenze si è visto in una strappata di 60 metri, poi ha sbagliato il passaggio, però è questo giocatore qui: super talentuoso. Adesso sembra stanco, non è brillantissimo».
Su David e Openda – «Per la prestazione al Franchi, sono ingiudicabili: pochissimi minuti. Magari con un modulo diverso, una squadra più offensiva, potrebbero fare la differenza. Spalletti li conosce meglio di tutti, se ha fatto queste scelte ci sarà un perché. E poi Vlahovic, ecco, sta rispondendo: giusto fare affidamento su di lui. A oggi la punta lì davanti dev’essere fisica, brava a fare sportellate. Sennò è dura. Spero solo che David e Openda non diventino dei problemi, andando avanti così».
