PRIMA SQUADRA
Juventus, la rivoluzione partirà dallo scouting
Come riporta oggi in edicola TuttoSport, la Juventus ha cominciato la sua rivoluzione, e ha deciso che partirà dallo scouting. La crisi attuale, sommata al terzo anno consecutivo di rosso in bilancio ha portato i bianconeri a fare delle riflessioni e a mettere in atto una nuova strategia.
La crisi della Juventus ha origini nella filosofia adoperata nella costruzione della squadra e nelle operazioni di mercato. Un comparto scouting messo da parte per seguire la chimera dell’istant team. Giocatori con ingaggi pesantissimi e che non hanno reso, si sono rivelati macigni per il bilancio juventino perché impossibili da piazzare, inutili per i risultati sportivi e deleteri in generale.
Nel corso del decennio Marotta-Paratici si è passati da una filosofia di mercato che metteva lo scouting come pilastro fondamentale, al compraregiocstori già affermati a qualunque costo, anche a prezzi spropositati.
Si è passati dal comprare potenziali top player ancora non affermati (Vidal al Bayer Leverkusen, Pogba dalle giovanili dello United), – esempi di eccellenza assoluta nel settore scouting – a comprare Higuaín per 90 milioni, Cristiano Ronaldo per 112 a 33 anni.
L’edificio va costruito dalle fondamenta
La dirigenza Juventina lo ha capito. Non si può tentare di costruire un edificio partendo dal tetto. Ecco perché si è scelto di non cambiare l’allenatore ma di partire dalle basi cambiando il modello di player trading, modulandolo sugli esempi di scouting di successo attualmente in Serie A: Milan e Napoli.
Massara e Giuntoli hanno consolidato negli anni dei progetti basati su sostenibilità e futuribilità. Sono state prese scelte forti e investimenti oculati, spendendo su giovani prospetti e aggregando giocatori ultra trentenni solo quando funzionali, come Giroud e Ibrahimovic.
Applicabile per la Juventus?
La Juventus ha deciso, si partirà dal cambiare lo scouting. Per quanto riguarda gli obiettivi di mercato sarà data la priorità a giovani talenti da prendere prima che esplodano, ma anche – ispirandosi al passato – in un altra tipologia di trasferimenti su cui si basa lo scouting: giocatori Top a basso costo da rivitalizzare, come lo fu Carlos Tevez.
Un cambio di tendenza drastico per la Juventus, che nel corso degli anni ha man mano dato sempre meno spazio ai colpi in prospettiva per la prima squadra, prediligendo i campioni come Mandzukic, Khedira, Higuaín, Benatia, Douglas Costa.
Ciò non vuol dire che non vedremo più campioni di questo calibro nella nostra amata Signora. I Di Maria e i Pogba continueranno ad arrivare, ma – proprio come questi ultimi – solo se a costi convenienti.
Bisogna però dare nuova linfa vitale al comparto dirigenziale dell’Area Sportiva, che attualmente vede Federico Cherubini come Chief Football Officer. Ed è qui che si fanno largo le indiscrezioni di mercato.
Juventus, chi come Direttore Sportivo?
È della giornata di ieri che si fanno largo dovesse indiscrezioni sul mercato riguardante il comparto dirigenziale bianconero.
L’idea sarebbe quella di promuovere Federico Cherubini a Direttore Generale, (il ruolo che era di Marotta), delegando ad Arrivabene la supervisione della parte economica delle varie operazioni di mercato.
Promuovendo Cherubini a DG, si farebbe spazio all’inserimento di un Direttore Sportivo. Le ultime notizie parlano di una Juve che ha contattato telefonicamente Gianluca Petrachi, ex DS, tra le altre, di Roma e Torino, un dirigente che rispecchia l’identikit della filosofia di scouting descritta fin’ora.
Gli altri dirigenti di cui si è parlato sono Igli Tare d Lazio e lo stesso Giuntoli del Napoli. Negli scorsi mesi si era parlato di Sartori dell’Atalanta, poi accasatosi al Bologna. Al momento, però, il nome più plausibile è proprio Petrachi.
Petrachi è anche storicamente conosciuto come uno dei più cari amici di Antonio Conte, e non sono da sottovalutare le indiscrezioni che riportano un Pavel Nedved che sta spingendo per portare a Torino Antonio Conte a giugno.
Staremo a vedere. Sicuramente questa è la strategia più intelligente. Cambiare allenatore sarebbe stata una mossa affrettata portata dal fervore d’animo causato dai recenti risultati sportivi.
La dirigenza juventina invece, che è sempre stata contraddistinta dalla lungimiranza, ha lasciato sbollire gli animi e ha ragionato a freddo, mettendo a punto una strategia di un’efficacia chirurgica. Modificare leggermente l’assetto dirigenziale in modo da cambiare drasticamente le modalità di costruzione della squadra, in modo da risalire la china e ribaltare le sorti di una Juventus in crisi nera. Sicuramente vedremo i frutti di questa strategia già da gennaio.