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36 anni senza Scirea: l’uomo (prima del campione) che ha fatto la storia della Juve

Oggi ricorrono i 36 anni dalla scomparsa di Gaetano Scirea, simbolo di eleganza e lealtà nel calcio, un campione che vive ancora nella memoria collettiva

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Gaetano Scirea

Gaetano Scirea è stato un uomo scomparso tra le pieghe di un tempo che forse non esiste più. Come il suo ruolo in campo, il libero. Come il suo modo di vivere, silenzioso, composto, essenziale.

Di lui restano le parole semplici e sincere:
“So che tanti problemi non ci toccano perché guadagniamo bene. Siamo dei privilegiati. Ma so anche di essere sempre stato lo Scirea di oggi, oggi che sono titolare della Juve e della Nazionale. Non vado in giro a testa alta perché sono… Scirea. Il mio scopo è rispettare e amare chi mi ha dato tutto questo, i tifosi per primi.”

In quelle frasi c’è tutta la sua essenza. Figlio del lavoro, di una famiglia umile, portava in campo la stessa modestia con cui viveva la vita. In un’epoca in cui si “picchiava forte”, lui non fu mai espulso: zero cartellini rossi in sedici anni di carriera.

Dalla corsa vellutata e leggera, Gaetano Scirea sembrava galleggiare sul campo. Interventi sempre puliti, mai un’espulsione in 702 partite. Guidava la difesa con autorevolezza, ma sapeva anche sganciarsi e diventare un attaccante aggiunto, come con le sgroppate nella finale del Mondiale 1982.

Nel suo palmarès un Mondiale, 78 presenze in Nazionale, 7 scudetti, 2 Coppe Italia e 5 trofei internazionali. Un precursore assoluto. Emblematico quel tocco di tacco per Bergomi nell’azione del gol di Tardelli; un braccetto con cinquant’anni d’anticipo.

Come disse Federico Buffa, fuoriclasse della parola: “È bello cercare il bello nelle storie degli uomini prima che degli sportivi.”

Tanti i meriti umani e sportivi. Nella puntata di TuttoCampo del 1986, Gigi Garanzini – insieme a un giovanissimo Roberto Bettega, tra l’altro ex compagno di Scirea – concluse l’intervista al difensore con parole che ancora oggi suonano come un manifesto:

“La gente deve e può credere nel calcio perché può guardare a questi personaggi. Sono loro che riportano la gente al calcio. Scirea è l’antidoto agli scandali e all’effetto scandalo. E questa è una delle ragioni per cui è apparso giusto eleggerlo a emblema del nostro calcio: un calcio pulito, di altissimo livello”.

Foto: X Juventus

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