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Caso curve San Siro, nuova ondata di arresti: spuntano legami tra ’ndrangheta e Inter

Sette arresti per estorsione e usura nel nuovo filone dell’inchiesta curve San Siro: contestata finalità mafiosa, spuntano contatti tra Bellocco e l’Inter.

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Marotta Zanetti

Si allarga l’inchiesta sulla criminalità organizzata infiltrata nelle curve di San Siro. Altri sette arresti – cinque in carcere e due ai domiciliari – sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile milanese in un nuovo filone dell’indagine coordinata dai pm della DDA Paolo Storari e Sara Ombra. I reati contestati: usura, estorsioni, false fatture e, per alcuni indagati, l’aggravante della finalità mafiosa per aver favorito la cosca ‘ndranghetista dei Bellocco.

Secondo l’ordinanza del gip Domenico Santoro, emergono rapporti tra Antonio Bellocco, rampollo del clan ucciso a settembre da Andrea Beretta, ed esponenti del direttivo della curva Nord interista, con coinvolgimenti indiretti anche della dirigenza dell’Inter. In particolare, Bellocco si sarebbe prodigato affinché Javier Zanetti, vicepresidente nerazzurro, partecipasse a un evento legato agli interessi di Davide Scarfone, imprenditore oggi in carcere e ritenuto vicino al clan. Beretta, oggi collaboratore di giustizia, ha confermato: “Chiamai il Capitano. Con Javier c’era un rapporto di amicizia”.

Durante l’evento organizzato da QFort, azienda per la quale Scarfone è rappresentante, Zanetti fu effettivamente presente “per espressa volontà di Bellocco”, come emerge dagli atti. Il gip parla di “significativi elementi di prova” che attestano il legame tra dirigenti della curva e ambienti del club nerazzurro. Zanetti è stato recentemente multato dalla FIGC per 14.500 euro nell’ambito della stessa indagine.

Tra le accuse più gravi, prestiti usurari fino al 400% per un totale di 400.000 euro a un imprenditore comasco, oltre a minacce e recuperi crediti violenti. Arrestati Francesco Intagliata, Filippo Monardo, Giuseppe Orecchio, Davide Scarfone, Domenico Sità (in carcere), Mauro Russo e Carmelo Montalto (ai domiciliari). Russo, già perquisito in precedenza, è noto per essere stato socio di Paolo Maldini e Christian Vieri (entrambi estranei alle indagini).

Le contestazioni includono anche estorsioni al gestore dei parcheggi dello stadio Meazza, per una cifra di circa 60.000 euro, oltre a tentativi di esclusione di Beretta dalla gestione del merchandising legato alla curva. Tra i protagonisti anche Giuseppe Caminiti, presunto legato alla ‘ndrangheta, e il defunto Vittorio Boiocchi, storico leader della Nord.

Le accuse si fondano su intercettazioni, dichiarazioni di Beretta e approfondimenti economico-finanziari, che mostrano il tentativo sistematico del clan Bellocco di infiltrarsi nel tessuto imprenditoriale e sportivo del Nord Italia, con sponde nelle curve e legami con società e dirigenti sportivi.

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