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Il riscatto di Adrien Rabiot

Adrien Rabiot è passato da essere considerato anello debole ad essere considerato insostituibile. Ma i tifosi sono ancora divisi sulla mezzala francese

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Adrien Rabiot sembra vivere uno stato di grazia da inizio stagione. Il giocatore francese è stato sempre (a ragione) il più criticato dei giocatori bianconeri sin dal suo arrivo, ma nonostante tutto è sempre stato titolare sia nella Juventus (con 3 allenatori in 4 stagioni) e in Nazionale francese con Dechamps.

Adrien Rabiot è un argomento che divide i tifosi. In larga parte sono fermi sul fatto che il numero 25 sia un giocatore non da Juventus, ma c’è un’altrettanto larga parte (anche se non sembrerebbe) di tifosi che lo difendono a spada tratta, e che lo hanno difeso anche nei suoi momenti peggiori.

Adrien Rabiot, se è davvero scarso allora perché titolare da 10 anni?

Nella stagione 2013 il PSG decide di ingaggiare Ancelotti a seguito della cocente delusione della precedente stagione: l’aver perso la Ligue1 ai danni del Montpellier di Giroud, dopo centinaia di milioni spesi sul mercato.

Nell’estate del 2012 arrivano fior di campioni, su tutti Ibrahimovic e Thiago Silva. I campioni ci sono anche a centrocampo, come Thiago Motta, Diarra, Matuidi, anche Beckham arriva in quella stagione.

Da gennaio in poi, però, Carlo Ancelotti decide di mettere in pianta stabile tra i titolari un certo Adrien Rabiot, che da quel momento fino a dicembre 2018 non viene letteralmente mai escluso dai titolari tranne in rari casi, nonostante i tanti campioni passati dal Parco dei Principi negli anni.

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Rabiot

Viene da chiedersi allora, se durante gli anni – a partire da Ancelotti – tutti gli allenatori hanno sempre tenuto Adrien Rabiot tra i titolari in squadre di club (di primissima fascia) e in nazionale, quale delle due frange di tifosi ha ragione?

Gli anni alla Juventus

Rabiot arriva alla Juventus a luglio 2019, dopo esser stato fuori rosa dal PSG, come abbiamo detto, da dicembre 2018. Ben 8 mesi di assenza dai campi di gioco, che si fanno sentire tutti all’inizio della sua avventura in bianconero.

Curioso però, come i periodi migliori di Rabiot in bianconero coincidano con il disporre accanto a lui giocatori funzionali al suo modo di giocare. Il numero 25 diventa il miglior centrocampista della rosa nella fase di campionato post-pandemia con accanto Pjanic e Matuidi.

Per poi diventare uno dei peggiori l’anno successivo, con l’abbandono del regista e il non-sense tecnico tattico che arriva con il 4-4-2 di Pirlo e i reparti di centrocampo privati di ogni logica come ArthurBentancur o RamseyRabiot.

La mezzala francese ha peccato anche di personalità e di disattenzione molte volte, quello è certo. Ma dobbiamo far presente come negli ultimi anni la situazione intorno a lui non lo abbia aiutato minimamente.

Proprio a proposito di personalità, voglio far presente ancora una volta una cosa molto importante ai nostri lettori. Adrien Rabiot è stato sempre criticato per la propria inespressività e la quasi impossibilità a mostrare le proprie emozioni durante le gare, sembrando spesso insensibile durante momenti topici delle gare, come gol subiti o gol fatti, o momenti di debolezza dell’intera squadra.

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C’è stato però, proprio sotto questo punto di vista, un momento di svolta durante la scorsa annata, di cui nessuno sembra essersi accorto e dopo il quale l’attaccamento alla maglia di Rabiot e il suo mostrare orgoglio e personalità durante le partite sono venuti fuori nella loro totalità.

La partita è Juventus-Villareal, ritorno degli ottavi di Champions League in cui i bianconeri vengono eliminati con un pesantissimo 3-0 maturato negli ultimi minuti di gara.

Durante il primo tempo (a onor del vero dominato dalla Juventus), i bianconeri guadagnano un calcio d’angolo dopo un gol sfiorato da Dusan Vlahovic, e Rabiot fa una cosa che non aveva mai fatto prima. Va a prendersi il pallone, va sotto la curva ed inizia ad urlare incitando i tifosi in maniera molto concitata.

Da quel momento Rabiot ha smesso di essere l’automa senza sentimenti e ha iniziato ad essere protagonista di diverse occasioni in campo in cui ha mostrato tutta la sua personalità.

Non solo in campo però, perché anche ai microfoni nelle interviste post gara – soprattutto nelle gare più sentite come i derby – le dichiarazioni di Rabiot sono ormai un must da non perdere. Ricorderete tutti le sue dichiarazioni nel post Derby d’Italia della scorsa stagione quando dice “difficile giocare in 11 contro 12 ogni volta che affrontiamo l’Inter“.

https://www.youtube.com/shorts/Q7pjg0OCHp8

Juventus-Inter rappresenta il riscatto di Adrien Rabiot

Come dicevamo a inizio articolo, il centrocampista francese sta sfornando prestazioni di alto livello da inizio stagione. Nelle scorse settimane vi abbiamo raccontato anche di come Massimiliano Allegri spinga per il suo rinnovo a tutti i costi.

Proprio la vittoria di ieri sera sembra aver fatto definitivamente cambiare idea a molti tifosi riguardo Adrien Rabiot. Al netto di un solo errore che ha portato ad un’occasione poi sprecata dai nerazzuri, il “cavallo pazzo” (come lo hanno soprannominato in molti a seguito delle sue caratteristiche cavalcate a tutto campo) ha sfornato una gara eccezionale e non solo per il gol segnato (l’ennesimo in stagione).

Chi scrive vuole ricordare ai tifosi una cosa molto importante. Un campione assoluto come Sami Khedira veniva criticato da molti tifosi dopo un inizio di avventura in bianconero sottotono.

Si diceva che era l’anello debole del Real Madrid, nonostante fosse sempre stato titolare sin dall’età di 22 anni con Mourinho prima e Ancelotti poi, nonostante avesse vinto i mondiali 2014 da titolare, nonostante proprio Ancelotti lo mise titolare in finale di Champions League alla sua prima partita dopo 6 mesi di inattività causa rottura del legamento crociato. Nonostante fosse capitano dell’allora nazionale più forte del mondo, quella teutonica.

Vorrei ricordare che i tifosi non sono allenatori, e che la stragrande maggioranza non è in grado di riconoscere un giocatore forte quando gioca, soprattutto in un ruolo oscuro come quello di Rabiot (come lo era anche quello di Khedira d’altro canto) dove un errore commesso salta all’occhio mille volte di più rispetto ad una copertura o a un tackle o ad un posizionamento corretto che impedisce ad un giocatore chiave avversario di ricevere palla, e via discorrendo.

Noi non siamo allenatori, siamo tifosi. Noi non abbiamo vinto campionati di Serie A, non abbiamo vinto Champions League e Mondiali come hanno fatto tutti gli allenatori che hanno sempre tenuto Rabiot tra i titolari durante questi ultimi 10 anni accanto a fior di campioni.

Forse qualche domanda dovremmo farcela in molti, vero?

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