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Esonerare Allegri, mossa da 80 milioni. Il divorzio non è nell’agenda Juve

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L’esonero di Massimiliano Allegri non è in agenda, dalle parti della Continassa. Il club è intenzionato a proseguire lungo la linea tracciata, almeno per ora, respingendo le ipotesi di una rivoluzione alla guida della squadra. Ci sono tanti motivi: quello economico non è un aspetto secondario, però non è nemmeno l’unico.
 

La proprietà non è avvezza a rivoluzioni in corso d’opera e non solo per esigenze di bilancio: è una filosofia precisa, una scelta anche di stile che è stata portata avanti con costanza da Agnelli in giù, nella piramide dirigenziale bianconera.

Tuttosport analizza i costi di un eventuale esonero dell’attuale allenatore juventino: il calcolo va effettuato – inoltre – considerando il relativo innesto di un sostituto di prima fascia, non di un traghettatore o di un allenatore già a libro paga nel club. Allegri è al vertice tra i tecnici più pagati della Serie A con i suoi 7,5 milioni netti a stagione ai quali vanno aggiunti i bonus per un totale che si aggira attorno ai 9. Calcolando la cifra lorda, togliendo le retribuzioni già erogate in questo avvio di stagione e sommando per la durata complessiva del contratto (fino al giugno 2025) viene fuori una cifra (42,7) che sfiora i 45 milioni, considerando gli emolumenti per lo staff tecnico (includendo solo i fedelissimi del tecnico livornese e non chi è dipendente fisso del club).

E’ questo il costo dell’esonero di Allegri, ma non basta. Perché va sostituito e prendiamo in considerazione l’eventualità di un cambio in panchina allo stesso livello. In un’ipotesi estera si potrebbe sfruttare il decreto crescita, che consente di dimezzare il costo della cifra lorda: se – facendo un esempio – la Juventus dovesse decidere di puntare su Thomas Tuchel (si parla anche di Bayern Monaco) o su Mauricio Pochettino, la cifra lorda sarebbe di 35 milioni fino al 2025, considerando anche i rispettivi staff tecnici. E il discorso non cambierebbe di molto qualora si dovesse investire su un allenatore di grido italiano, come per esempio (sempre puramente indicativo) il ct azzurro Roberto Mancini, per il quale non si potrebbe sfruttare il decreto crescita. In totale il cambio in panchina costerebbe circa 80 milioni.
 
La Juventus non ha intenzione di esonerare Allegri, questo trapela dopo la ferale sconfitta di Monza. E la questione economica ha un suo peso.

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