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Chiesa: “Mollare le stampelle è stata una liberazione. È stato un anno difficile…”

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Chiesa Juventus Infortunio

Federico Chiesa, in documentario in onda su Amazon Prime Video, ha parlato del suo 2022 tra l’infortunio e il ritorno in campo. Di seguito riportate le sue dichiarazioni:

Infortunio: “Stavo per calciare, mi entra Smalling e sento una fitta pazzesca al ginocchio. In un primo momento pensavo mi fossi strappato un tendine, vado a terra e sento il ginocchio che si spegne. Entra il campo il dottore e gli ho detto che non mi sentivo più il ginocchio. A bordocampo ho deciso di provare, ma ad ogni passo sentivo ‘stock’. Al primo cambio di direzione ho sentito questo suono ma più forte, come se il ginocchio uscisse dall’articolazione, mi sono accasciato a terra. Mani nei capelli, si avvicina Lorenzo Pellegrini e gli ho detto: ‘Mi son spaccato tutto’. Ho iniziato a piangere appena il dottore mi ha praticato una sorta di mossa per vedere se il crociato tenesse o meno. Si ghiaccia, e io ho iniziato a disperarmi e piangere. Non servono neanche le parole in quel momento”.

Operazione: “Mia mamma è venuta con me perché il dolore era tanto e la paura era tanta. In quel momento ho pensato: ‘È iniziato il calvario’”.

Camminare: “Riprendere a camminare è il giorno 1 della riabilitazione. Dopo l’intervento sono stato in stampelle 6 settimane ed è come se non avessi mai lasciato l’ospedale. Dovevo sempre avere l’aiuto di qualcuno. Mollare le stampelle è stata una liberazione, non ne potevo più. Poi io abituato a correre, andare ai 37 km/h, con le stampelle è stato uno strazio”.

Pensare di arrendersi: “Tante volte durante l’allenamento mi è capitato che mi venisse proprio male. Pensavo ‘Chi me lo fa fare, basta, basta’. Invece riabilitarsi penso parta da lì: quando pensi basta e invece dici no, ne faccio un’altra”.

Addio di Chiellini: Sono sceso in campo nell’addio di Giorgio, mi sono messo la divisa con le scarpe da ginnastica, ero emozionatissimo ma lei era più emozionata di me. Quando ci siamo conosciuti spiegarle la mia vita non era semplice ma credo di averle fatto capire l’emozione che provo quando scendo in campo e gioco a calcio”.

Correre: “Prima di correre c’era la paura di non riuscire a farlo per via dei dolori. Appena ho finito ho pensato ‘Va bene, posso farlo anche domani’”.

Maglia numero 7: lTanta roba. Questa maglia è un onore”.

Umore: “L’umore va di pari passo con il dolore. La mattina, avere un dolore veramente forte al ginocchio in cui devi prendere antiinfiammatori, non ti fa alzare tanto felice. Ma fa parte del gioco diciamo”.

Cambi di direzione: “Il cambio di direzione mi fa paura perché mi sono fatto male in quella maniera lì. I cambi di direzione nel mio ruolo sono fondamentali: io li faccio esplosivi, decisi, forti, con cattiveria. Fa parte del mio dribbling”.

Infortunio: “Ho iniziato a giocare a 18 anni in Serie A e a 6 anni ho iniziato a giocare a calcio. Non ho mai avuto un infortunio così lungo, ora è veramente ‘Datemi l’ok per tornare in campo’”.

Rientro: “I pensieri sono due: andrà tutto bene? E il secondo è: ho fatto tutto quello che potevo fare per tornare ai miei livelli?”.

Collaborazioni: Juventus Planet.
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