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Milik: “Tanti sacrifici per arrivare qui. Spero rimanga Vlahovic. Su Bonucci…”

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Arkadiusz Milik, centravanti della Juventus protagonista oggi di un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Il polacco, ai taccuini della Rosea, parla così degli obiettivi stagionali dei bianconeri.

Durante l’intervista alla Gazzetta interviene anche Giuntoli: Se non si fosse rotto il crociato la prima volta lo voleva già il Real. Iniziò la stagione con 3 gol in 2 partite di Champions e poi fece due doppiette in campionato…”.

Ha scelto di restare senza Champions e forse senza Coppe: perché?

“Avevo scelto la Juve già un’estate fa e mi sono trovato molto bene. Qui si sente la storia, la tradizione, la maglia ha un peso diverso dalle altre. Abbiamo avuto un’annata difficile, però nel calcio queste cose succedono, noi dobbiamo solo pensare a migliorare. Abbiamo tutte le potenzialità per fare più punti dell’anno scorso e per vincere in questo club che ha sempre avuto come obiettivo quello di alzare trofei. Questa è anche la mia ambizione e voglio realizzarla qui. Non volevo andare da nessuna altra parte”.

La fiducia di Allegri ha pesato molto?

“Sapevo che il mister mi voleva, ho sempre sentito la sua fiducia, è stato molto importante”.

Quanto hanno pesato gli infortuni nella sua carriera? Sta lavorando per evitarli?

“Io sono un professionista e mi occupo del mio corpo a 360 gradi. Gli infortuni penalizzano un po’, ti tolgono ritmo e spesso la fiducia, soprattutto se stai fuori a lungo, però alla fine, nonostante tutti i problemi che ho avuto, sono arrivato in uno dei club più importanti al mondo, quindi posso dire che le cose sono andate come volevo e che gli infortuni non mi hanno tolto così tanto”.

Milik ha segnato 45 gol in Serie A in 120 partite, uno ogni 149 minuti: media migliore di Vlahovic, Dybala e Giroud. Eppure spesso si parla di lui come di una seconda scelta?

“È un’etichetta che non mi sento addosso, io non lo penso e so che non la vede così nemmeno l’allenatore. Non mi sono mai sentito dire da nessuno, il mister, i compagni o il procuratore che sono una seconda scelta. Io non guardo i social e non leggo, vado in campo e mi gioco le mie carte. Se però il titolare sono io significa che sono più bravo di quella che per l’opinione pubblica è la prima scelta… il campo è il giudice supremo”.

Come ha ritrovato Giuntoli? Basterà per far tornare al successo la Juve?

“Giuntoli ha fatto cose molto buone a Napoli. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto, ha svolto bene il suo lavoro e così è arrivato alla Juve. L’ho trovato entusiasta e positivo, ma lui è così di natura. È uno che al giocatore dice la verità e non ciò che si vuole sentir dire, questo è molto importante”.

Come avete vissuto l’esclusione di Bonucci?

“Leo ha scritto la storia della Juve, sappiamo che non è un momento facile per lui, perché come calciatore non ti aspetti mai queste scelte, soprattutto quando hai fatto davvero tanto per il club. Però sono decisioni tecniche e della società di cui non posso permettermi di parlare”.

E’ tentato dall’Arabia?

“Non ci ho nemmeno pensato, perché ho fatto tanti sacrifici per arrivare alla Juve e mi sto solo godendo il momento qui”.

Si dice che vincere a Napoli è difficile, rivincere è quindi impossibile o gli azzurri restano la squadra da battere?

“Se hanno vinto una volta perché non possono farlo un’altra, soprattutto se terranno i big?”.

Chi contenderà lo scudetto agli azzurri?

“Ci metto le due milanesi, insieme a Roma e Lazio, ma anche la Juve. Però è difficile dire ora chi sia la favorita, perché sul mercato può succedere di tutto”.

C’è chi sostiene che il gioco di Allegri penalizzi gli attaccanti: è vero che lei ha preferito la Juve alla possibilità di essere allenato da Sarri alla Lazio?

“Io volevo la Juventus e basta, il resto l’ho letto sui giornali”.

Su Vlahovic: “Non si sa che cosa succederà, tutto è possibile, ho sentito le parole di Giuntoli, se arriva un’offerta irrinunciabile tutti possono partire, perciò vediamo. Io spero che alla fine Dusan possa rimanere, per il resto per me non cambia nulla. Se vogliamo essere competitivi servono più giocatori forti in ogni ruolo, la concorrenza serve se si punta a vincere“:

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