PRIMA SQUADRA
Koopmeiners: “C’erano club inglesi ma la Juve è un sogno. Vlahovic, Danilo e Yildiz incredibili. Trasferimento complicato”
“Sì, anche io sapevo che c’erano club inglesi che erano interessati a me, ma non appena ho saputo della Juventus…”
Su Teun Koopmeiners c’erano anche diverse squadre di Premier League, ma l’olandeseha scelto la Juventus per più motivi. A spiegarlo è il diretto interessato in una parte della lunga intervista concessa a Tuttosport: “Sì, anche io sapevo che c’erano club inglesi che erano interessati a me, ma non appena ho saputo della Juventus io non ho avuto nemmeno un dubbio. Mi piace questo club dal primo momento in cui sono arrivato in Italia, ma non solo. È la più importante in Italia e nel mondo. In realtà io tifavo e seguivo la Juventus sin da quando ero bambino in Olanda. La Juve dei grandissimi campioni. Chi adoravo? Beh, Zidane! Essere qui per me è come un sogno, è quello che ho sempre inseguito da piccolo. Anche in Inghilterra ci sono belle squadre, però qui è tutto migliore: conosco il campionato, il vostro Paese che è bellissimo, le squadre da affrontare e il clima in generale”.
“DORMIVO SULLA POLTRONA”: “Anche dormire è stato complicato. Ho dovuto dormire sulla poltrona perché, se mi mettevo orizzontale sul letto, la pressione era maggiore e così avvertivo più dolore. Ma ora sto meglio. Sento ancora un po’ di fastidio, però adesso posso gestirlo“.
LA CONDIZIONE FISICA: “Ah, è difficile dire in numeri come mi sento. Però ora sto molto bene a livello di mentalità. Non sono al top dal punto di vista fisico perché non ho potuto correre per circa tre settimane. Ma la testa è pronta”.
I RETROSCENA SUL TRASFERIMENTO: “Direi che tutta l’estate è stata pesante, difficile in generale come sensazioni. È stato un passaggio complicato, ma nel calcio può capitare di vivere anche questo. Se ripenso a un istante particolarmente significativo, voglio ricordare quello del viaggio in taxi da Bergamo a Torino con la mia fidanzata per raggiungere la Juventus. La sera prima avevo ricevuto la telefonata in cui mi era stato detto che tutto si era risolto. Sono andato a dormire, ma non avevo ancora metabolizzato bene la notizia. Ricordo che quando il taxi era in viaggio per Torino mi sono girato verso Rosa e le ho detto: “Finalmente!”. Ero come sollevato, come se tutta la pressione che avevo accumulato fosse andata via”.
BRUTTA SITUAZIONE : “È stata una brutta situazione, ovviamente mi è spiaciuto per come è finita. Ma preferisco guardare al futuro. Il passato ce lo siamo lasciati alle spalle”.
SOGNO REALIZZATO: ” Diciamo che quando sono arrivato, ho toccato con mano che tutto ciò che sapevo e mi aveva raccontato De Ligt era vero: dai servizi alle strutture, alla gentilezza delle persone. Davvero fantastico. Qui alla Juve è tutto bello: il primo giorno mi pareva di vivere un sogno. Lo ripeto, ho lavorato per essere qui sin da piccolo: alla mia fidanzata tante volte in passato avevo detto che il mio obiettivo sarebbe stato quello di diventare bianconero e ce l’ho fatta! Tra l’altro, vivendo in Italia, la mia ammirazione per la Juventus è pure cresciuta, per cui io ora qui sto benissimo”.
DA VLAHOVIC A YILDIZ, IL PENSIERO : “Devo dire che Dusan Vlahovic è un attaccante totale: può tirare forte di destro e di sinistro, è potente fisicamente. È un professionista al 100%, lo vedi per come si allena. Grandissimo anche Kenan. Yildiz ha un talento pazzesco e non ha nemmeno vent’anni. Straordinaria la sua sensibilità palla al piede, che gli permette di dribblare a piacimento. Incredibile poi il carisma di Danilo, quando parla in allenamento si avverte subito che è un leader. E non parliamo dei giovani: vestire questa maglia alla loro età non è scontato. Fortissimi anche loro”.
Intervista Koopmeiners | Le parole su Thiago Motta e Gasperini
“Gasperini per esempio punta molto sull’intensità e nell’uno contro uno in ogni parte del campo, sia in attacco che in difesa. Si fanno anche esercitazioni specifiche. Con Motta abbiamo sì intensità, ma con la squadra compatta che si oppone in maniera più collettiva. Quello che stiamo facendo qui alla Juve mi ricorda ciò che facciamo in Olanda: possesso palla, intensità, voler controllare la partita, creare tante occasioni, ma anche nel modo di difendere”.
LE DIFFERENZE TRA GASPERINI E MOTTA – “Direi che sono un po’ diversi. Ma è normale, sono due persone differenti e hanno anche un’età non simile. Con Motta e i suoi collaboratori parliamo molto su come viviamo le loro richieste e come ci troviamo nell’applicarle. Motta è molto interessato a capire il nostro feeling, anche se è deciso sul sistema. Il fatto che voglia comprendere la nostra impressione è importante”.
UNA PAROLA PER I DUE ALLENATORI – “Non è facile. Intensità per Gasperini e tattica per Motta”.
COME CAMBIA IL SUO GIOCO; “Adesso sono più centrocampista, a Bergamo che si giocava con un solo attaccante e io ero più offensivo. Ora anche in possesso palla devo aiutare di più quando si parte dal basso. Ma io voglio comunque continuare a fare grande pressing, assist e gol”.
ESSERE LEADER? Sì, voglio essere un leader, per vincere c’è bisogno di calciatori che si prendano le responsabilità. Sono stato anche io giovane e so cosa si prova quando si devono fare prestazioni super rispetto a ciò che si è abituati. Io voglio aiutare i giovani: ho più esperienza di loro e devo farlo”.
BISOGNO DI TEMPO: “Non si possono ottenere in un giorno, puoi parlare anche 24 ore ma serve tempo e pratica per far sì che diventino naturali. Tra l’altro, ci sono molti giocatori nuovi per cui il processo di crescita non si inventa da un momento all’altro. E poi ci parliamo molto in allenamento per vedere cosa è meglio fare, se il lancio lungo in profondità piuttosto che lo scarico nel breve, dipende dalle situazioni e quindi è normale, più partite si fanno e meglio sarà. Quando tutto avverrà in velocità, saremo più efficaci e questo sarà fondamentale soprattutto nelle partite di Champions League”.
SULLA CLASSIFICA: “Anche se certi pareggi sono stati stretti come risultati, ormai è passato. Noi vogliamo salire in classifica e non restare al sesto posto, quindi ci impegneremo ancora di più per riuscirci”.
DIFENSORE CENTRALE? “Tre giorni fa ho detto alla mia fidanzata: “Forse dovrei dire a Motta che ho giocato per alcuni anni come difensore di sinistra”. Se la Juve fosse in difficoltà lo farei, certo. Io voglio giocare a centrocampo, ma se scattasse l’emergenza, perché no?”.
SULLO SCUDETTO: “Questo è un campionato difficile da decifrare. Però la classifica è ancora troppo corta, sono state disputate poche partite. L’Inter è forte e ha cambiato davvero molto poco. L’Atalanta può inserirsi in questa lotta, è una candidata. Ma anche il Milan che è andato a vincere sul campo del Real! La Juventus? La storia dice che si prova sempre a vincere, vediamo. Siamo una squadra nuova con tanti giovani, credo che la scelta migliore sia quella di pensare partita dopo partita”.
GOAL NEL DERBY? “Speriamo, ma non è un problema. Voglio farlo e prima o poi arriverà. La cosa più importante è che la Juventus vinca. Dopo Lille, ho detto nello spogliatoio: “Ragazzi, devo fare una tripletta prima che me ne convalidino uno!”.