PRIMA SQUADRA
Kalulu a SmallTalk: “Dopo il City una squadra forte e unita”
SmallTalk è il nuovo podcast targato Juventus Creator Lab: le parole di Pierre Kalulu

SmallTalk è il nuovo podcast targato Juventus Creator Lab, che porta alla luce le storie più autentiche di chi vive il mondo bianconero e non solo. Condotto da Carlo Pastore, ogni episodio segue un format unico: un dialogo intimo e coinvolgente, con la gioventù come filo conduttore. Tra ricordi, crescita e ispirazione, gli ospiti condividono un’immagine della loro infanzia e rispondono alla domanda: “Cosa diresti al tuo io da giovane?”. Le loro risposte vanno ad arricchire la speciale “parete dei ricordi” del podcast. Il primo episodio è già disponibile su YouTube.
Le parole di Pierre Kalulu
Tra gli ospiti del podcast troviamo Pierre Kalulu, che si è raccontato con spontaneità e sincerità. Ecco alcuni estratti della sua intervista:
Chi canta meglio nello spogliatoio?
“Weah è davvero bravo, ha una bellissima voce. Anche McKennie non è male, entrambi sono molto talentuosi.”
La solitudine e l’adattamento
“Quando ho lasciato la mia famiglia e il mio paese, all’inizio ero solo e non parlavo italiano. Non poter comunicare o scherzare con i compagni è stato difficile. A casa giocavo ai videogiochi e il gioco online mi ha aiutato molto nei primi sei mesi. Dall’esterno la nostra vita sembra perfetta, ma ci sono molte difficoltà nascoste. In quel periodo, i videogiochi mi hanno dato un po’ di leggerezza.”
Essere francese
“Ci sono tre cose fondamentali: devi amare gli scherzi ed essere molto sarcastico; devi apprezzare il croissant e il pane per colazione – non potevo credere che in Italia non fosse un’abitudine! – e infine, utilizziamo uno slang molto forte.”
La prima impressione su Torino
“Quando sono stato in centro per la prima volta, l’ho trovata bellissima, quasi una città francese. Mi ha colpito molto. E poi c’è il fiume Po… È una città tranquilla e affascinante. Dal punto di vista estetico, per me Torino è più bella di Milano, anche se a Milano ci sono più cose da fare.”
I sogni da giovane
“Ho sempre avuto grandi sogni e mi sono allenato duramente per migliorare. Più crescevo, più mi rendevo conto che tutto era possibile e alla mia portata. Ho sempre creduto di poter competere con chiunque.”
La scelta del Milan
“In quel momento ho dovuto riflettere su dove sarei potuto migliorare di più. Ho scelto il Milan, consapevole che sarebbe stata una sfida difficile. Per la prima volta nella mia vita avevo davvero un’opzione e dovevo prendere una decisione importante.”
Marcare Haaland
“In quella partita, come tutta la squadra del City, sembrava non avessero molta voglia. È stato un successo straordinario che ci ha dato grande fiducia. La squadra era forte e unita, ed è proprio questo l’aspetto più bello del calcio: il sentirsi parte di un gruppo pronto ad aiutarsi a vicenda.”
