CALCIOMERCATO
Juventus, il caso Weah rivela un vuoto nell’organigramma: serve un vero direttore sportivo
Juventus, il caso Weah rivela un vuoto nell’organigramma: serve un vero direttore sportivo

Il rifiuto di Timothy Weah di trasferirsi al Nottingham Forest ha mandato in fumo un’operazione che la Juventus riteneva ormai chiusa, e che avrebbe portato nelle casse del club circa 23 milioni di euro. Un doppio affare che coinvolgeva anche il giovane Samuel Mbangula, e che avrebbe avuto un impatto diretto sul bilancio da chiudere entro il 30 giugno, permettendo alla società di affrontare il mercato estivo con maggiore serenità.
Il nodo della trattativa saltata
La Juventus e il Nottingham Forest avevano raggiunto un’intesa completa: 15 milioni per Weah, 8 per Mbangula. Ma il rifiuto dell’americano, motivato dal desiderio di trasferirsi in un club impegnato in Champions League, ha bloccato tutto. Da lì la reazione dura dell’agente Badou Sambague, che ha accusato la Juventus di eccessiva pressione e atteggiamenti dettati da “egoismo” e interessi economici. A quel punto, anche la trattativa per Mbangula è stata interrotta dal club inglese, facendo sfumare completamente l’affare.
L’assenza di una figura chiave: il direttore sportivo
Questo episodio ha messo in luce un problema strutturale importante: alla Juventus manca un vero direttore sportivo. In una situazione del genere, il ruolo del ds sarebbe stato cruciale per monitorare passo dopo passo lo sviluppo della trattativa, mantenere aperti i canali con il giocatore e il suo entourage, gestire con discrezione eventuali dubbi e prevenire un’escalation pubblica dai toni velenosi.
Un direttore sportivo non può garantire che certe operazioni vadano sempre a buon fine, ma ha il compito di limitare i danni, anticipare i rischi, curare i dettagli delle relazioni interne ed esterne. È un lavoro di tessitura costante: tra uffici, campi d’allenamento, agenti e dirigenti di altri club. È anche un ruolo che richiede presenza quotidiana, ascolto e capacità di negoziazione.
Comolli non basta da solo
Al momento, la gestione sportiva della Juventus è nelle mani del Direttore Generale Damien Comolli, figura esperta e competente, ma sovraccarica di responsabilità. Il suo ruolo, più manageriale e strategico, non può sostituirsi in modo capillare a quello di un direttore sportivo sul campo, impegnato full-time nella gestione dinamica del mercato e delle relazioni con lo spogliatoio e gli agenti.
Serve un intervento immediato
Se la Juventus intende davvero rilanciarsi in una fase di ricostruzione, l’inserimento di un direttore sportivo è tanto urgente quanto quello di un centravanti di livello. Serve una figura che possa dare ordine, pianificazione, e prontezza di risposta alle sfide del mercato. Un professionista che possa trasformare i segnali deboli (come un’esitazione del giocatore) in segnali forti (azioni correttive tempestive), evitando che trattative da milioni di euro si dissolvano nel nulla a poche ore dalla firma.
Calciomercato Juventus: segui tutti gli aggiornamenti in diretta
