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Juve-Venezia: un pareggio che fa riflettere, tra occasioni mancate e limiti tattici

Juve-Venezia 2-2: bianconeri avanti con Gatti, ma crollano tatticamente. Problemi con le “piccole” e limiti di gioco evidenti per Motta.

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La Juventus inciampa ancora in una gara contro una “piccola”, pareggiando 2-2 con il Venezia e confermando difficoltà ormai croniche. E dire che tutto sembrava andare per il verso giusto: dopo neanche venti minuti, Gatti sblocca il match su un angolo battuto da Koopmeiners e deviato da Thuram. La Juve si trova nella miglior situazione possibile: in vantaggio e pronta a chiudersi per ripartire. Ma quello che doveva essere un vantaggio tattico si trasforma in un’illusione.

Il Venezia non si sbilancia: Di Francesco mantiene la difesa bassa, più preoccupato di evitare il raddoppio che di affrettarsi a pareggiare. Una scelta intelligente, perché i due trequartisti, Oristanio e Busio, allargano la difesa bianconera e creano spazi davanti all’area, sfruttando l’assenza di Locatelli in posizione da terzo centrale. Intanto Koopmeiners, teorico regista bianconero, gira a vuoto, come un olandesino senza direzione. McKennie appare distratto e poco incisivo, mentre Weah è monotono, incapace di aggiungere imprevedibilità sulla fascia.

Poi c’è il nodo Yildiz. Motta insiste nel collocarlo largo a sinistra, ma lì il giovane talento turco finisce intrappolato: controllato facilmente da Zampano, che lo morde e lo sfianca, Yildiz diventa prevedibile e sterile. La sua posizione limita le possibilità offensive della squadra e Motta, per quanto coerente nelle sue scelte, dovrebbe riflettere su eventuali aggiustamenti.

I problemi, però, sono più ampi. La Juventus fatica contro le squadre meno quotate: è già il quinto pareggio contro una “piccola” in stagione. Inoltre, contro le grandi, l’unico successo significativo è arrivato contro una Lazio in dieci uomini. Con scontri cruciali contro Atalanta e Fiorentina all’orizzonte, il tempo per aggiustare la rotta si riduce. A riportarlo La Gazzetta dello Sport.

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