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Juve, Moggi: “Quello che dice Melli rende giustizia alla Signora”

L’ex dirigente bianconero Luciano Moggi ha commentato la rivelazione di Alessandro Melli nel suo editoriale di Libero

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Continuano a far scalpore le dichiarazioni rilasciate dall’ex calciatore Alessandro Melli sul famoso Perugia-Juventus del 14 maggio 2000, che costò lo scudetto ai bianconeri: “Eravamo salvi mentre la Juventus doveva vincere per conquistare lo scudetto. Gaucci era legato alla Lazio e al Banco di Roma e in settimana ci chiese di fare di tutto per vincere promettendoci un grosso premio se avesse vinto il titolo la Lazio cui era legato da interessi personali. Mentre se avessimo perso ci avrebbe portato in Cina in ritiro. Per cui negli spogliatoi provammo a metterci d’accordo con la Juve per pareggiare così loro sarebbero andati a farel o spareggio. I giocatori bianconeri non accettarono questa proposta, capitanati da Montero e Davids. Giocammo allora in un campo impraticabile, zuppo d’acqua, obiettivamente una sfida irregolaree vincemmo per un episodio, anche perché favoriti dall’arbitro Collina che aveva espulso Zambrotta, reo di essere scivolato su una pozzanghera andando a sbattere su di un nostro giocatore“.

Moggi: “Le colpe erano di altri e non dei dirigenti della Juve…”

Le dichiarazioni di Alessandro Melli sono state commentate dall’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, nel suo editoriale per Libero. Ecco cosa scrive: “Il tempo è galantuomo, prima la trasmissione Report della Rai, adesso Alessandro Melli, ex giocatore del Perugia al tempo del nubifragio del Curi di Perugia-Juventus (14 maggio 2000), hanno provveduto a dimostrare che le colpe addossate ai dirigenti juventini erano ascrivibili a ben altri. Contrariamente alle motivazioni lapidarie della sentenza della Corte d’Appello di quel tempo che, su informativa dei carabinieri, raccontavano di campionato condizionato. Di accordi illeciti già stabiliti per Perugia-Juventus, che vennero però compromessi dal clamore suscitato dall’arbitraggio apertamente favorevole alla squadra torinese da parte di De Santis nella precedente Juventus-Parma. (…) Leggendo queste confessioni di Melli, chissà se Auricchio e Narducci proveranno un po’ di rimorso per aver rovinato volutamente tante persone innocenti. La qual cosa ci porta però a riflettere sul perché “nessuno”, magari anche soltanto per difendere la credibilità della giustizia, abbia provato a far emergere le evidenti contraddizioni tra la realtà e il pensiero colpevolista a prescindere di Auricchio e Narducci”.

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