GIOVANILI
I gioielli bianconeri: chi sono i talenti che hanno portato la Juventus Under 16 allo scudetto
Da Paonessa a Marchisio, passando per Elimoghale e Corigliano: viaggio tra i protagonisti del primo tricolore U16 nella storia della Juve

Programmazione, lavoro sul territorio e una generazione di talenti da proteggere. Lo scudetto conquistato dalla Juventus Under 16 è molto più di un trofeo: è il risultato concreto di una visione. E dentro quella coppa sollevata allo stadio Stirpe c’è tutto — dalla pazienza della crescita alla spinta del sogno, fino alla fame di ragazzi che vogliono diventare grandi.
La stagione perfetta (quasi)
La squadra di Claudio Grauso ha dominato la stagione dopo un inizio in sordina. Due pareggi nelle prime giornate, poi l’accelerazione che ha portato a una sola sconfitta in tutto il campionato — contro il Bologna — e al primo posto con ben 16 punti di vantaggio. Ai playoff, i bianconeri hanno eliminato nell’ordine Verona, Genoa, Roma e infine l’Empoli nella finalissima chiusa 3-1 grazie ai gol di Rocchetti, Brancato e Corigliano.
Riccardo Paonessa: il bomber dal piede caldo
Diciannove reti in regular season, leadership silenziosa e senso del gol da attaccante vero: Riccardo Paonessa è stato il punto di riferimento offensivo della Juventus U16. Non solo numeri, ma anche qualità e freddezza nei momenti decisivi: il suo nome è già cerchiato in rosso tra quelli da seguire per il futuro.
Destiny Elimoghale: potenza e versatilità
Altro profilo di spicco è Destiny Elimoghale, jolly di grande impatto che ha meritato più di una chiamata anche in Under 17. Fisicità, tecnica e capacità di incidere in più zone del campo: un talento già maturo che ha lasciato il segno nella corsa al tricolore.
Thomas Corigliano: dalla Cheraschese alla gloria
Il gol del definitivo 3-1 in finale è solo l’ultima perla di una stagione brillante per Thomas Corigliano. Dodici gol in campionato e un percorso che racconta il valore del lavoro sul territorio: è infatti uno dei 23 giocatori piemontesi cresciuti nella base Juve, arrivato dalle Academy Elite del club — in particolare dalla Cheraschese.
Davide Marchisio: figlio d’arte, ma con idee chiarissime
Portare il cognome Marchisio a Vinovo significa partire sotto i riflettori. Ma Davide, classe 2009, ha scelto la strada del lavoro silenzioso. Dopo essere partito dalla panchina nei primi turni playoff, ha convinto mister Grauso a puntare su di lui dal 1’ nella finale. Non ha segnato, ma ha brillato per pressing, ordine e personalità sulla trequarti. Centrocampista moderno, dinamico e tecnico, con il vizio del gol (ancora nascosto in U16, ma mostrato con una tripletta nel derby U13 e diverse perle nella Scudetto Cup con l’U15), Davide sembra avere il DNA giusto per scrivere una sua storia, senza dover per forza vivere all’ombra del papà Claudio.
Il valore del territorio: la matrice piemontese
Sette titolari su undici in finale erano piemontesi. Un dato non casuale: è il frutto del radicamento della Juventus sul territorio, con 17 Academy in Piemonte e Valle d’Aosta e un sistema di scouting che ha mostrato coerenza e continuità. Non a caso, alla finale erano presenti in tribuna tutti i responsabili del settore giovanile, segnale di un ecosistema che punta davvero sul lungo termine. Considerati anche i giocatori che sono partiti in panchina allo Stirpe, e più in generale l’intera rosa dell’Under 16, ci sono ben 23 giocatori piemontesi provenienti dall’attività di base della Juve, su un totale di 31 giocatori.
L’uomo in panchina: Claudio Grauso
A guidare il gruppo un allenatore preparato e capace di creare identità: Claudio Grauso, ex centrocampista e tecnico cresciuto nella cantera bianconera. Dopo il trionfo, anche Giorgio Chiellini ha voluto complimentarsi personalmente con lui, certificando il valore del progetto tecnico e umano portato avanti in U16.
Un futuro già presente
La Juventus Under 16 ha alzato il suo primo scudetto nella categoria, ma il vero successo si misurerà tra qualche anno. Intanto, i segnali ci sono tutti: un gruppo compatto, profili di valore e una struttura che sa valorizzarli. Paonessa, Elimoghale, Marchisio e Corigliano sono nomi da segnare, perché il futuro bianconero potrebbe passare — ancora una volta — proprio da qui.