PRIMA SQUADRA
Fagioli, il rapporto difficile con il padre, i debiti e la storia di dipendenze in famiglia: come tutto ebbe inizio
I genitori di Nicolò Fagioli, avevano assecondato il suo percorso (quello di diventare un calciatore della Juventus) prima di dirsi separarsi tra di loro. Gli esperti di dipendenze che hanno studiato il suo caso, ritengono che anche questo possa essere stato un possibile fattore di rischio: Nicolò a 22 anni si ritrova nella rete delle scommesse sportive illegali, si autodenuncia alla Procura della Figc, decide di affidarsi a un terapeuta per guarire dalla ludopatia, con la quale combatte da qualche anno.
Via di casa e catapultato da solo in un mondo dove esistono soltanto il calcio e i soldi. Senza una base culturale, con qualche valore e tanta solitudine. Si è “perso” così, Nicolò. Neanche immaginando a cosa poteva andare incontro.
Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, nella sua famiglia ci sono storie di dipendenze: un parente a lui molto vicino ha combattuto con un altro tipo di assuefazione, di quelle con conseguenze più visibili, che alterano gli umori e i comportamenti. Nicolò ci ha dovuto fare i conti durante l’adolescenza a luci e ombre: da un lato il grande sogno del calcio che si realizza, dall’altro i rapporti difficili con il padre, le liti in famiglia, l’assenza di un punto di riferimento.
Si era esposto finanziariamente e anche tanto. Deve restituire le somme che allibratori senza scrupoli gli hanno anticipato. Puntate su ogni cosa, ogni sport: calcio e non solo. Ammonizioni, tiri in porta, espulsioni. Mai sulla sua Juventus. Così ha dichiarato agli investigatori che avranno riscontri dai suoi dispositivi mobili, cellulare e tablet sequestrati. Nicolò si è indebitato, la sua esposizione finanziaria è pari quasi a un milione di euro, il contratto (l’ultimo lo ha fatto lo scorso anno) non gli sarebbe bastato ad assecondare richieste così alte.
Ha sbagliato, lo ha ammesso, e pagherà per questo. A settembre ne parla con la madre Laura, si autodenuncia e il mondo Juve prova a proteggerlo in qualche modo. La scelta di curarsi, di collaborare. Nicolò adesso fa terapia con uno psicologo esperto di dipendenze, ma per uscirne, serve tempo.
Fonte: Il Corriere della Sera