PRIMA SQUADRA
Exor, potenza di fuoco per oltre 3,5 miliardi: le stime degli analisti
Exor chiude il 2024 in crescita: utile record e nuove strategie di investimento

Exor ha chiuso il bilancio 2024 con un utile consolidato di 14,6 miliardi di euro, un risultato fortemente influenzato da una componente straordinaria di 12,15 miliardi. Parallelamente, il Net Asset Value (NAV) della holding della famiglia Agnelli-Elkann ha registrato una crescita, attestandosi a 38,2 miliardi di euro al 31 dicembre 2024, rispetto ai 35,4 miliardi dell’anno precedente, con un incremento del 9% per azione.
Secondo gli analisti di Equita, i dati presentati non introducono elementi di particolare novità, se non una maggiore prudenza nella gestione del Loan To Value (LTV). Nonostante ciò, la capacità di investimento dell’azionista di maggioranza della Juventus rimane solida, superando i 3,5 miliardi di euro, già considerando l’opzione di buy-back da 1 miliardo annunciata dalla società.
Le prospettive future delineate dagli esperti suggeriscono una strategia di reinvestimento mirata. In particolare, parte della liquidità ottenuta dalla cessione di Ferrari potrebbe essere destinata a nuovi investimenti con un ticket ideale intorno al 5% del Gross Asset Value (GAV), pari a circa 2 miliardi di euro. Questo lascia spazio per un massimo di due operazioni di tale entità. Tra le altre mosse ipotizzate: un possibile rafforzamento delle partecipazioni già esistenti, come l’incremento della quota in Philips fino al 20%, operazione che richiederebbe circa 300 milioni di euro ai prezzi attuali. I settori prioritari per Exor rimangono healthcare, lusso e tecnologia, pur mantenendo un approccio flessibile per altre opportunità di mercato.
Riguardo alla recente cessione di Ferrari, Equita ha evidenziato come la decisione sia stata motivata dall’elevata concentrazione del titolo nel portafoglio di Exor, che superava il 50% del NAV al momento dell’annuncio. Non è escluso, quindi, che in futuro possano avvenire ulteriori dismissioni nel caso di una nuova concentrazione eccessiva.
Un altro tema caldo riguarda le implicazioni dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sul settore automobilistico. Le preoccupazioni principali riguardano l’accessibilità e la domanda da parte dei clienti finali. John Elkann, durante la call di Stellantis, ha sottolineato l’importanza di mantenere in vita gli accordi UMCA per mitigare gli impatti negativi di queste misure protezionistiche.
Infine, per quanto riguarda Iveco, l’obiettivo dichiarato resta quello dello spin-off. Tuttavia, Equita suggerisce che in presenza di un’offerta adeguata, una cessione potrebbe essere presa in considerazione, confermando così l’esistenza di una strategia dual track in corso.
Aggiornando i prezzi degli asset quotati e il fair value di quelli non quotati, il NAV di Exor si attesta ora a 175 euro per azione, in calo a causa della recente debolezza di Ferrari e, in misura minore, di Stellantis. Il target di prezzo, con un premio del 6%, è fissato a 127 euro per azione, mantenendo uno sconto del 27,5%. Attualmente, lo sconto sul NAV è del 48%, mentre la strategia di investimento preferita dagli analisti rimane il long STUB, come evidenziato nella loro ultima nota di ricerca.
