PRIMA SQUADRA
Elkann a Casa Italia: “Olimpiadi esempio di civiltà. Juve e Ferrari, ripartiamo così”
Il ceo di Exor a Casa Italia: “La Fondazione Agnelli crede tanto nel binomio sport-istruzione. Con Motta per ricostruire
John Elkann, dall’Olimpiade di Pechino, ha voluto assistere al più grande evento sportivo, portando con sé la sua famiglia. Ieri il presidente di Stellantis, Ferrari e Fondazione Agnelli, è stato a Casa Italia per presentare un nuovo progetto realizzato assieme al Coni, ma non si è tirato indietro quando è capitato di parlare di Juventus e Ferrari. Le sue parole riprese dalla Gazzetta dello Sport.
“Come Fondazione Agnelli crediamo tantissimo nel binomio sport e istruzione, che non sono in antitesi come qualcuno crede, anzi, sono due elementi che si autoalimentano. Ci sono diverse ricerche che dimostrano che chi fa attività sportiva studia meglio. Per questo nel 2016 abbiamo lanciato il progetto A scuola di sport che ci ha permesso di portare olimpionici e paralimpionici nelle scuole di tutta Italia per dare la loro testimonianza, innescando un circolo virtuoso. Quest’anno abbiamo voluto andare oltre, legandoci al Trofeo Coni, una specie di Olimpiade under 14 che si farà in Sicilia dal 3 al 6 ottobre e che il 4 a Catania ospiterà anche il Presidente della Repubblica Mattarella. L’obiettivo è motivare i ragazzi a fare sport, stimolandoli attraverso l’esempio dei campioni e aiutandoli a inseguire i loro sogni come già stiamo facendo nel calcio con il progetto My Kick Off in Usa”.
Pensa davvero che l’esempio di atleti di alto livello possa cambiare le cose?
“Ne sono convinto, guardate cosa è successo grazie a Sinner: prepariamoci ad una futura generazione di tennisti. Del resto quando ero giovane io eravamo tutti sciatori grazie a Tomba e Compagnoni”.
A Parigi ha visto la ginnastica artistica, con due medaglie per l’Italia, oggi sarà all’Allianz Stadium per la sfida tra Juventus e Juve Next Gen.
“È una festa della famiglia bianconera, una tradizione iniziata lo scorso anno per i 100 anni del legame Agnelli-Juventus, la storia più longeva di qualsiasi sport al mondo. Sarà un bel modo per far partire la stagione, nonché la prima di Thiago Motta e dei nuovi giocatori allo Stadium. Ci saranno 40 mila persone e una grande atmosfera. Vogliamo creare un clima di condivisione, che a mio parere è alla base dello sport”.
Una volta ha detto che la Juventus è all’anno zero. Che cosa intendeva?
“Per voi che significa? Che si potrebbe non vincere? Vi dico come la vedo io. Ieri allo stadio del tennis ho mostrato ai miei figli una bellissima frase di Roland Garros che dice che la vittoria appartiene a chi ha tenacia e la tenacia in fondo è non perdere la voglia di metterti in gioco quando affronti delle difficoltà. Nella vita non possono non esserci momenti duri, l’importante è prenderli positivamente e sfruttarli per fare un reset. E ripartire. Dunque l’anno zero è l’attimo in cui schiacci quel bottone e ti lasci alle spalle il passato guardando solo al domani. Questo vale in tanti ambiti della nostra vita e particolarmente nello sport. Le squadre e gli atleti forti sono quelli che hanno questa abilità, ragionare in negativo che porta a creare alibi e rischi di arrivare a pensare che tutti siano contro di te. Se non vai bene è normale che i tifosi non siano contenti”.
E adesso con Motta?
“Alla fine la cosa importante è approcciare con Thiago Motta una nuova generazione. Noi oggi abbiamo una squadra giovane, lui è un allenatore giovane che è stato anche giocatore e può aiutarci a costruire. Questo serve in questo momento, perché il collettivo che la Juventus ha è straordinario e con un grande potenziale”.
Che idea ha della Serie A?
“Il campionato italiano è diventato un posto di formazione per giovani alle prime armi, quelli bravi andranno in Premier League. E poi magari a fine carriera in Arabia Saudita. Dite che è un peccato? È la realtà, il vero peccato è non guardare la realtà”.
Parliamo di Ferrari e di Hamilton?
“Hamilton e la Ferrari si sono trovati, lui viene da noi per vincere e noi con lui diventiamo più forti nell’anticipare quelle che sono le sfide del futuro. Parliamo di un grandissimo atleta che è molto motivato a diventare per l’ottava volta campione del mondo, come dimostrano le ultime gare. Non viene certo in Ferrari per godersi la pensione, vuole giocarsela. Del resto basta guardare i grandi dell’ultimo decennio: Djokovic, Federer, Hamilton, Ronaldo, Messi, che cos’hanno in comune? La longevità. Hanno superato con un’enorme forza di volontà i condizionamenti fisici”.