Dybala: “Alla Juve impari la mentalità vincente. All’epoca gli avversari speravano di non prendere troppi gol”

“La Juventus è uno stile di vita”. Con queste parole Paulo Dybala ha raccontato a Sports Illustrated cosa ha significato per lui indossare la maglia bianconera per sette stagioni, durante le quali ha vinto cinque scudetti e numerosi altri trofei. Una lunga intervista in cui l’attaccante argentino ha ripercorso gli anni torinesi, tra crescita professionale, grandi leader e il rispetto per la maglia.

“Alla Juve si cresce” – “La Juventus è uno stile di vita, a livello professionale si cresce immensamente, perché lì un pareggio è percepito come una sconfitta, per cui durante la settimana si lavora duro su ogni aspetto”, ha spiegato Dybala, sottolineando la mentalità vincente che permea ogni dettaglio del club.

“Gli avversari speravano di non prenderne troppi” – L’argentino ha anche svelato un retroscena vissuto più volte nei tunnel degli stadi, poco prima di scendere in campo: “Ascoltare leader come Buffon, Chiellini, Barzagli e Bonucci ti aiuta sicuramente a crescere. In tante partite, quando eravamo nel tunnel, potevamo percepire che molti avversari pensavano: ‘Bene, oggi perderemo, ma speriamo di non prendere troppi goal’. Questo la dice lunga sulla grandezza del club”.

Roma, la maglia numero 10 e Totti – Dybala ha poi parlato del passaggio alla Roma e del gesto simbolico legato al numero di maglia: “Dopo aver chiuso con la Juve, ci siamo riuniti a Torino con Tiago Pinto, che è arrivato con la maglia numero 10. La 10 ce l’aveva Totti, un giocatore così amato per ciò che rappresenta per questa città, che ho pensato non fosse il momento giusto per fare una cosa del genere. Ero appena arrivato, anche se venivo da un club importante. Gli ho detto: ‘Tiago, grazie, è un onore per me, ma per una questione di rispetto preferisco indossare la 21’”.