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Del Piero: “Milan da scudetto. Yildiz? Vuole diventare un simbolo di questa società”

Del Piero: “Attaccanti? La mancanza di continuità non è del tutto positiva. E su Tudor…”

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Quando parla Alessandro Del Piero, non è mai solo un ex campione che commenta una partita. È la voce di chi ha vissuto la Juventus nel profondo, di chi ne conosce ogni battito, ogni silenzio, ogni rinascita. Di chi ama profondamente questo club. Alla vigilia del big match contro il Milan, Del Piero ha parlato da New York alla Gazzetta dello Sport. Nell’intervista ha espresso le sue sensazioni sul momento delicato della squadra di Tudor, sulla rotazione degli attaccanti, sulla forza del Milan di Allegri. Infine ha raccontato del suo legame con Kenan Yildiz e della sua grandissima attitudine mentale.

Le parole di Del Piero a La Gazzetta dello Sport

Alessandro, finora tanti alti e bassi per la Juve del suo ex compagno Tudor, il Milan invece viene da cinque vittorie di fila, tra campionato e Coppa Italia. Come vede la partita di domenica sera?

“Sarà un bel match. È ancora presto perché siamo a inizio stagione, magari il ritorno sarà più interessante per altri aspetti, però già questo è un bel test per entrambe le squadre, per capire il loro stato di maturazione attuale”. 

Il calendario più fitto di impegni della Juve che peso avrà?

“Il fatto che giochi la Champions League non comporta maggiore pressione. Quando giochi una partita a settimana devi assolutamente farla bene, quindi il Milan ha una grande responsabilità. Però sono due squadre attrezzate per fare qualsiasi cosa”. 

La Juve ora ha tante opzioni davanti e Tudor sta facendo ruotare molto Vlahovic, David e Openda. Sulla base della sua esperienza, a un certo punto è giusto che si trovi una gerarchia chiara, che si definisca un centravanti titolare?

“Devi conoscere gli attaccanti che hai a livello caratteriale e umano per capire cosa è meglio fare. Credo che nel calcio di oggi i cambi siano necessari, se vuoi avere i giocatori freschi giocando ogni tre giorni. Come era anche in passato, in realtà, ma allora le squadre erano strutturate in maniera diversa e a noi capitava di essere titolari più volte, diciamo così”.

E nella Juve di oggi?

“La situazione attuale mi sembra ben digerita da tutti, ma è chiaro che non avere continuità non sia del tutto positivo. Quando giochi quattro-cinque partite consecutivamente ti abitui a certe situazioni, quindi puoi essere più pronto. L’importante è che chi sta fuori riesca a mantenere alta la tensione: vediamo sempre più spesso partite decise dai cambi, da quello che accade dopo. Speriamo che Tudor metta sia prima che dopo i giocatori giusti”.

E il Milan degli ex Allegri e Rabiot secondo lei può essere già da scudetto, sulla base di quanto visto finora?

Per una serie di dinamiche sì. Perché gioca solo il campionato e ciò gli permette di preparare la settimana molto bene e di avere giocatori pronti a livello fisico, senza viaggi né intoppi. E anche perché ha qualità, non solo Rabiot, ma anche Modric, Leao, Saelemaekers… È una squadra ben strutturata”. 

È bello il rapporto che ha con Yildiz, di cui lei è il grande idolo. Prima dell’Atalanta il numero 10 bianconero è venuto ad abbracciarla a bordocampo, mentre era in diretta nel prepartita della tv americana Cbs. Anche lei, come lui, è diventato molto famoso molto presto. Un consiglio che sentirebbe di dare a Kenan?

“Per quello che ho visto fino a oggi, sia in campo che fuori, non ha bisogno di consigli. È un ragazzo serio, che ama lavorare sodo, che vuole diventare un simbolo di questa società e avere successo, giustamente. Lo sta facendo secondo me nella maniera più giusta. È ovvio che ci saranno momenti di difficoltà, momenti più o meno positivi e lì dovrà affidarsi alle persone giuste. Spero che abbia sempre attorno le persone giuste che possano dirgli ciò che avrà bisogno di sentirsi dire in quel momento”. 

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