PRIMA SQUADRA
Exor, il CFO De Boer: “Abbiamo una potenza di fuoco da oltre 750 milioni annui”
Intervenuto nella conference call che ha fatto seguito alla pubblicazione da parte di Exor del bilancio 2023, Guido De Boer, il Chief Financial Officer della holding della famiglia Agnelli-Elkann, è intervenuto per parlare della “potenza di fuoco” a disposizione del gruppo finanziario. Le parole del manager:
“Per quanto riguarda la potenza di fuoco, fondamentalmente nulla è cambiato dall’aggiornamento agli investitori che abbiamo fatto a novembre, che abbiamo ancora circa 1,7 miliardi di euro di liquidità non ancora spesa, ma già allocata principalmente verso Institut Mérieux per un importo leggermente inferiore a 600 milioni di euro, 350 milioni di euro verso Lingotto, e circa 400 milioni di euro verso Ventures e la parte rimanente del buyback.
In questo senso, abbiamo completamente allocato le nostre entrate cash che stiamo ricevendo, e nel 2024 – a meno che non vendiamo qualcosa, o se dovessimo usare debiti aumentati, cosa che non intendiamo fare per ora -, quella è fondamentalmente la potenza di fuoco impegnata. Per l’anno prossimo ci aspettiamo che i dividendi continuino ad essere solidi. Quindi ogni anno avremo circa 900 milioni di euro di entrate cash: togliendo la quota di dividendi da pagare (circa 100 milioni annui, ndr) e i costi della holding, questo fornisce l’importo che possiamo, su base continua, reinvestire annualmente senza disinvestimenti.
Per i costi di quest’anno, c’è un premio speciale unico concesso all’attuale Presidente (Nitin Nohria, ndr). Se si facesse l’aggiustamento per questo, sostanzialmente le spese generali nette ricorrenti del 2023 sono in linea con l’anno precedente. Quindi, ci aspettiamo che lungo termine i costi si attestino intorno a quei 30 milioni di euro che prevediamo di avere.
Per quanto riguarda quindi la “potenza di fuoco” di Exor, in base alle parole del CFO della holding della famiglia Agnelli, la cifra potrebbe assestarsi oltre i 750 milioni di euro annui: si tratta infatti del valore delle entrate (stimate dallo stesso De Boer in circa 900 milioni di euro annui) al netto delle spese per quanto riguarda i dividendi da pagare (circa 100 milioni annui) e i costi legati alla holding (pari a circa 30 milioni annui), per un totale di circa 770 milioni di euro l’anno da poter reinvestire.
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