PRIMA SQUADRA
Calvarese: “Errore Di Bello non in malafede, solo supercialità. Basta vedere le sanzioni ricevute…”
L’ex arbitro Gianpaolo Calvarese, sul noto portale di Calcio&Finanza ha commentato ulteriormente gli errori arbitrali accaduti durante Juve-Bologna e che hanno causato lo stop di un mese per il giudice di gara Di Bello ed il VAR Fourneau.
Di seguito riportate le sue parole.
Sull’errore: “L’errore di Di Bello e Fourneau è grave: su Ndoye era rigore al 100%, e il VAR sarebbe dovuto intervenire sicuramente, anzi preoccupa non poco che arbitri esperti sbaglino partite con un coefficiente di difficoltà ancora basso (non erano dei veri e propri big match).“
Sui sospetti: “Fa male però sentir parlare ancora di sospetti. Non si capisce perché un calciatore possa sbagliare e un arbitro no: quello dello Stadium è un errore grave, ma come ce ne sono in qualsiasi campionato. Nella scorsa annata ne furono certificati poco meno di dieci in totale. Sarà interessante al proposito ascoltare gli audio del colloquio fra arbitro e VAR, che presumibilmente chiariranno la dinamica: Di Bello avrà pensato che i due calciatori siano arrivati contemporaneamente, il VAR non avrà colto l’errore di valutazione dell’arbitro di campo non essendoci il pallone che viene raggiunto dai calciatori. Superficialità, non malafede.“
Sullo stop di un mese: “Ma la dietrologia e il sospetto si scontrano con la realtà anche per altri motivi. Lo si capisce analizzando la logica e le conseguenze di un “fermo” arbitrale. Quando un arbitro viene “panchinato” per qualche settimana, questo serve anzitutto a preservarlo mediaticamente: una forma di protezione da potenziali critiche, un modo per non “bruciarlo”, per non comprometterlo ulteriormente.“
Sul reintegro: “Ma soprattutto: per tornare ai vertici, dopo uno stop, il percorso è lungo. Si riparte dalla Serie B, si continua col VAR, poi con qualche partita da quarto uomo. Ci vogliono mesi per tornare a dirigere una partita di livello medio in Serie A, ancora di più per un big match. Non solo, perché se un calciatore non gioca per mesi continua a percepire il suo stipendio dal club, mentre non accade lo stesso a un arbitro, che smette di incassare i cospicui “gettoni” corrisposti a ogni direzione, subendo anche un danno economico. Di fronte a queste evidenze ogni sospetto deflagra: perché sbagliare “di proposito”, se le conseguenze sono così gravi?“