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Lucumì spinge David, afferra Conceição e il VAR tace: così Bologna-Juventus diventa un caso

In Bologna-Juventus Lucumì protagonista di due episodi dubbi su David e Conceição. Massa e VAR non intervengono.

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Bologna-Juventus lascia dietro di sé una scia di polemiche arbitrali difficili da ignorare. Due episodi distinti, stesso protagonista, stesso epilogo: nessun intervento arbitrale e silenzio totale del VAR. Al centro di tutto Jhon Lucumì, autore prima di una spinta in area su Jonathan David e poi di un gesto che rientra pienamente nella condotta violenta ai danni di Francisco Conceição.

Minuto 33: David spinto in area, rigore evidente ignorato

L’episodio che apre il caso arriva al 33’. Jonathan David attacca la profondità, entra in area e mentre si coordina per calciare viene spinto da dietro da Lucumì. Il difensore del Bologna non guarda mai il pallone: allunga il braccio, appoggia la mano sulla schiena dell’attaccante e lo sbilancia quel tanto che basta per impedirgli di tirare.

Una dinamica semplice, chiara, leggibile anche a velocità reale. Spinta da dietro, in area di rigore, su un giocatore lanciato a rete. Calcio di rigore solare. E invece Massa lascia correre, mentre il VAR Mariani decide di non intervenire, archiviando tutto con un rapido replay.

Le immagini mostrano Lucumì totalmente disinteressato al gioco: non cerca il pallone, cerca solo l’uomo. In corsa, a quei ritmi, basta un minimo contatto per togliere equilibrio. Il regolamento non prevede attenuanti: la spinta da dietro è sempre infrazione.

Marelli e la nuova frontiera: la spinta “a una mano”

Dagli studi di DAZN, Luca Marelli prova a giustificare la decisione parlando di “spinta leggera” e sottolineando che non si tratta di una spinta a due mani. Una spiegazione che lascia perplessi: il regolamento non distingue tra una o due mani, né tra spinta forte o leggera, ma valuta l’effetto sull’azione.

David perde coordinazione e possibilità di calciare. Questo dovrebbe bastare. Invece no. Secondo l’ex arbitro si tratta di una “valutazione di campo”, come se il VAR non fosse nato proprio per correggere errori evidenti su episodi decisivi.

Minuto 80: Conceição sollevato da terra, condotta violenta ignorata

Screenshot

Se il primo episodio fa discutere, il secondo è ancora più grave. All’80’, dopo un contatto in area, Francisco Conceição finisce a terra. Lucumì reagisce in modo spropositato: afferra l’esterno bianconero e lo solleva di peso, con un gesto che ha poco a che fare con il calcio e molto con la lotta.

Non è una semplice protesta, non è un contatto di gioco. È una reazione fisica, plateale, che rientra pienamente nella condotta violenta o, quantomeno, in un comportamento gravemente antisportivo. Il regolamento è chiarissimo: gesti del genere vanno sanzionati, almeno con l’ammonizione, se non con qualcosa di più.

E invece Massa sceglie ancora una volta di non punire Lucumì. Nessun cartellino, nessun intervento del VAR, nessuna revisione. Una decisione che fa imbestialire i giocatori della Juventus e che costringe Vincenzo Italiano, fiutato il rischio, a sostituire immediatamente il difensore con Bernardeschi.

Due episodi, stesso metro: permissività totale

Il dato più inquietante non è il singolo errore, ma la continuità. Lucumì è protagonista di due episodi gravi nella stessa partita: prima un rigore negato, poi un gesto violento non sanzionato. In entrambi i casi l’arbitro lascia correre e il VAR resta in silenzio.

Il messaggio che passa è pericoloso: in area si può spingere, fuori dal gioco si può reagire, tanto non succede nulla. Un precedente che mina la credibilità del sistema VAR e alimenta la sensazione di una gestione arbitrale incoerente.

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