PRIMA SQUADRA
Barzagli: “Ho sbagliato ad andare nella Juve di Sarri. Esperienza molto limitante”
Andrea Barzagli, ex difensore della Juventus, ha rilasciato un’intervista a La Stampa. Le sue parole: “Non bisogna mai scordarsi del nostro Dna. C’è modo e modo di difendere, ma veniamo da una grande storia basata sul non prendere gol. Mentalmente tutti quanti, tifosi inclusi, preferiscono vincere 1-0 piuttosto che 4-3“.
Rinascita Juve: “C’è tanto di Max in questa rinascita e i giocatori si stanno esaltando: da Rugani a Gatti, che sta crescendo molto, mentre Bremer è più continuo di un anno fa. Allegri è stato bravo a coinvolgere tutti e aiuta una partita a settimana“.
Segreto Juve: “La Juve difende bene di squadra: gli esterni stanno facendo la differenza e poi c’è Locatelli, che è sempre al posto giusto. Sono compatti e bravi, anche perché sono imbattuti da 540 minuti nonostante le assenze di Danilo e Alex Sandro“.
Tifosi bianconeri: “C’è stato un calo di amore perché si erano abituati agli scudetti e chiedevano qualcosa in più. Ora che la Juve non ha più vinto, si pensa meno a giocare bene e più a vincere. La Juve non è bella da vedere, ma la compattezza è la sua forza“.
Sulla gara con la Fiorentina: “Non potrà fare sempre come a Firenze. Serve qualcosa in più… È capitato anche a noi di fare delle partite con il pullman davanti alla porta. Mi avrebbe galvanizzato anche perché più ti salvi più ti carichi, però capisco la sofferenza: comunque i difensori forti sono quelli che non si deconcentrano mai“.
Sul futuro: “Ho ben chiaro cosa fare. Questo è il quarto anno che ho smesso e ho aperto un po’ gli orizzonti: faccio esperienze nuove e proverò a fare l’allenatore dopo aver fatto il corso. Fa parte di me e non così fretta di iniziare: non ho pressione, ma ho l’ambizione. Poi so che bisogna fare esperienze e piano piano proverò a buttarmi“.
Nello staff di Sarri alla Juve: “Di sbagliato c’era solo la fretta di voler restare dentro la Juventus: io avevo bisogno di staccare un anno da tutto. È stata un’esperienza molto limitante perché sono arrivato dopo e in un gruppo di lavoro che non conoscevo: non ho voluto proseguire perché sapevo che avrei dato il 50% e se devi dare poco, è inutile farlo. Non mi piace abbandonare, ma era il male minore“.