PRIMA SQUADRA
Avv. Di Cintio: “Escludo illecito sportivo per Tonali, i tre casi sono diversi. Su Fagioli…”
Intervenuto ai microfoni di di Sportmediaset, l’avvocato esperto di diritti sportivi nazionali e internazionali Cesare Di Cintio ha parlato delle differenze tra i casi Fagioli, Tonali e Zaniolo, i tre giocatori raggiunti da avviso di garanzia per quanto concerne le indagini sul calcioscommesse.
Le sue parole: “Bisogna subito chiarire che Fagioli, in quanto dipendente della società, potrà allenarsi regolarmente con la squadra. Non potrà partecipare alle competizioni ufficiali, che è quanto la squalifica prevede, ma dovrà attenersi alle direttive della Juventus e seguire le prescrizioni che sono frutto dell’accordo di patteggiamento con la Procura Federale”.
Una situazione però diversa rispetto a quella di Tonali che avrebbe confessato agli inquirenti di aver scommesso, seppur sempre a vincere, anche sul Milan e Brescia durante la militanza in quei club. Si potrebbe parlare di illecito sportivo??
“Lo escludo categoricamente, perché per configurare l’illecito sportivo è necessario un tentativo di alterazione del risultato della gara e questo al momento non sembra esserci. La violazione contestata resterebbe dunque all’interno della fattispecie prevista dell’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva, ossia quello che punisce i giocatori che scommettono sul calcio”.
Le differenze con il caso del calciatore della Juventus però esistono:
“Assolutamente, la prima differenza consisterebbe proprio nell’aver scommesso sulle squadre in cui militava. Per questa ragione la sanzione iniziale della Procura potrebbe essere maggiore, anche se con possibilità di dimezzamento mediante il patteggiamento pre-deferimento. Per quantificare la squalifica è necessario però aspettare di capire l’entità della collaborazione che sta fornendo il ragazzo. La sua ludopatia sembrerebbe conclamata, come si evince dalla certificazione medica con cui si è presentato domenica scorsa all’interrogatorio con il procuratore Figc dott. Giuseppe Chinè e questo potrebbe implicare che all’interno della pena sportiva rientri anche la disponibilità del giocatore a rispettare un percorso terapeutico già definito”.
La situazione di ogni giocatore sembra dunque completamente differente?
“Il caso Zaniolo è ancora diverso. Il giocatore, stando alla linea difensiva portata avanti dai suoi legali, non avrebbe mai scommesso sul calcio, ma avrebbe giocato a blackjack su un portale che non sapeva essere illegale. Se ciò venisse confermato, l’atleta dovrà quindi unicamente spiegare all’accusa come mai il suo nome figuri tra i fruitori di piattaforme illegali e chiarire la sua posizione. Dal punto di vista sportivo, al momento, non rischierebbe nulla”.