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Andrea Beretta coinvolge l’Inter e Marotta: “Il presidente lo sapeva, parlavo sempre con la società…”

Beretta coinvolge l’Inter e Marotta in un’inchiesta su tifo violento e merchandising. Rivelazioni sugli accordi con la società e il guadagno dagli ultras.

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Andrea Beretta, ex leader degli ultrà della Curva Nord dell’Inter, continua a essere al centro di un’inchiesta che getta ombre sulla gestione del tifo organizzato e dei legami con la società. Beretta, attualmente detenuto con l’accusa di aver ucciso Antonio Bellocco, è stato nuovamente interrogato il 20 dicembre dal pubblico ministero di Milano, Paolo Storari. Durante l’interrogatorio, Beretta ha rivelato dettagli compromettenti sui legami tra la Curva Nord e la dirigenza dell’Inter, tra cui il presidente Giuseppe Marotta.

Il ruolo di Beretta e le sue rivelazioni

Nel corso delle sue dichiarazioni, Beretta ha identificato numerosi tifosi nerazzurri, molti dei quali hanno avuto ruoli di spicco negli episodi di violenza. Ha anche confermato che gli scontri tra ultras avvenivano con il suo consenso, come quello che coinvolgeva Luca Lucci, il leader della Curva Sud del Milan. Sebbene fosse stato sottoposto a Daspo e sorveglianza speciale, Beretta ha ammesso di aver continuato a influenzare le dinamiche della curva, gestendo il merchandising, il biglietto e altri aspetti economici.

Denaro e potere dietro la Curva Nord

Beretta ha raccontato che, nonostante il suo status di bandito dallo stadio, riusciva a ottenere considerevoli guadagni dal tifo organizzato. Solo dai biglietti di Champions, i guadagni annuali ammontavano a 150.000 euro per lui, altrettanti per il suo vice Ferdico e lo stesso importo per Bellocco, prima che venisse ucciso dallo stesso Beretta. Sebbene l’aspetto del tifo fosse centrale, è evidente che a dominare fossero gli interessi economici.

I legami con Giuseppe Marotta

Le rivelazioni più scottanti riguardano il presunto coinvolgimento diretto di Giuseppe Marotta, attuale presidente dell’Inter, nelle trattative con Beretta. Quest’ultimo ha dichiarato di aver avuto numerosi colloqui con Marotta, che, a suo dire, era a conoscenza del suo ruolo nel merchandising della Curva Nord. “Era un tacito accordo”, ha affermato Beretta, sottolineando che la società “We are Milano”, che si occupava del merchandising, era sotto il suo controllo. Secondo Beretta, Marotta avrebbe anche espresso preoccupazione per le contestazioni, ma senza mai fare riferimento alla sua condizione di Daspo.

Il contesto e le implicazioni

L’interrogatorio di Beretta e le sue dichiarazioni aprono scenari inquietanti su come, secondo il suo racconto, il tifo organizzato e la dirigenza dell’Inter fossero legati da un filo invisibile che mescolava passione calcistica e interessi economici. Le parole di Beretta pongono domande importanti sulla consapevolezza e le responsabilità della società e dei suoi dirigenti riguardo alle attività degli ultras, mettendo sotto esame anche la gestione delle curve e delle risorse a esse connesse.

Mentre l’inchiesta continua, l’Inter e Giuseppe Marotta si trovano al centro di un’indagine che potrebbe avere ripercussioni importanti sulla reputazione del club e sulla sua gestione interna.

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