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Juventus Next Gen, possibile la retrocessione in Serie D: l’annuncio di Abete

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Giancarlo Abete, presidente della Lega Nazionale Dilettanti (LND), ha rilasciato un’importante dichiarazione riguardante Juventus Next Gen, Atalanta U23, Milan Futuro e tutte le squadre che in futuro desidereranno creare una seconda squadra. Durante un’intervista a Cronache di Spogliatoio, Abete ha annunciato una novità cruciale: a partire da questa stagione, le seconde squadre potranno retrocedere in Serie D, un cambiamento significativo per il panorama calcistico italiano.

Le dichiarazioni di Abete

Abete ha spiegato: «Abbiamo dato la disponibilità per avere le seconde squadre anche in Serie D e nei dilettanti. Crediamo che debba esserci continuità sportiva, sia nei successi che nei momenti difficili. Se i risultati non arrivano, è giusto che sia contemplata la retrocessione dalla Serie C, come avviene già in Spagna». Questo intervento si pone come una svolta importante per il calcio italiano, aprendo alla possibilità di un percorso più flessibile per le seconde squadre, con promozioni e retrocessioni che rispettino i meriti sportivi.

La necessità di armonizzare i regolamenti

Un altro punto centrale delle dichiarazioni di Abete riguarda l’esigenza di coordinare i regolamenti tra le varie leghe: «Occorre armonizzare i regolamenti per tutelare tutte le società. Dalla Serie D sale una sola squadra a girone, e c’è il rischio di rimanere ‘impantanati’ nei dilettanti». Questa osservazione sottolinea le difficoltà che molte società potrebbero incontrare, in un sistema dove il livello competitivo è sempre più elevato e la promozione verso le categorie professionistiche diventa una sfida crescente.

Un sistema competitivo sempre più difficile

Il presidente della LND ha inoltre evidenziato come il calcio italiano, nonostante il numero elevato di squadre professionistiche (97, il più alto al mondo), sia sempre più competitivo: «Il livello si è alzato, riuscire ad arrivare tra i professionisti è sempre più difficile. In Italia abbiamo più club professionistici rispetto a Paesi come Inghilterra, dove ce ne sono 92, o altri che ne hanno tra i 40 e i 60». Questo dato mette in luce la necessità di riforme per garantire una competizione sostenibile a lungo termine.

Il futuro del calcio dilettantistico

Abete ha concluso parlando del Decreto 36, che ha portato a un maggiore riconoscimento contrattuale per il calcio dilettantistico: «Il decreto ha introdotto maggiore riconoscimento contrattuale, ma c’è ancora molto da migliorare e adattare per rendere il sistema più efficace». Questo cambiamento legislativo è un altro passo avanti per valorizzare e regolamentare ulteriormente il calcio a livello dilettantistico in Italia.

Implicazioni per il calcio italiano

Le parole di Abete rappresentano una svolta importante per il futuro delle seconde squadre e del calcio dilettantistico in Italia. L’introduzione della possibilità di retrocedere in Serie D crea nuove dinamiche per i club che vogliono investire nelle seconde squadre, offrendo un percorso di crescita e competizione più fluido e realistico. Tuttavia, resta da vedere come verranno implementati questi cambiamenti e come verranno armonizzati i regolamenti per garantire l’equità tra tutte le società coinvolte.

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