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Elkann: “Mio nonno mi ha insegnato ad ascoltare e imparare. Sulle difficoltà di Stellantis…”

John Elkann ha parlato di suo nonno e della società più importanti del gruppo. Le dichiarazioni dell’ad di Exor

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In un’intervista rilasciata alla CNBCJohn Elkann ha parlato di suo nonno e di alcune società del gruppo Exor, di cui fa parte anche la Juventus: “Ciò che più mi ha insegnato mio nonno è stato ascoltare e imparare, ma soprattutto imparare a chiedere e a fare domande. Lui ad esempio era molto bravo a fare le domande”.

Suo nonno Gianni è stata una figura fondamentale per lei, ma questo vale anche per Sergio Marchionne?
“Sì assolutamente, è stato un mentore per me. Ho avuto l’opportunità di lavorare per 14 anni con un uomo straordinario. Quest’anno sarebbero vent’anni da quando ha iniziato con noi. Sergio era «one of the kind”.

Dalla Fiat di suo nonno Gianni Agnelli alla Stellantis di oggi, passando per Ferrari e le altre società, molto è cambiato: quando guarda a come questi business sono cambiati nel tempo, cosa pensa?
“Credo sia molto importante per società come le nostre continuare a rinnovarsi. Quello che ci piace fare è costruire società e farlo con ottime persone, ma quello sforzo che abbiamo fatto e facciamo con Fiat, che adesso è diventata Stellantis, o con l’ultima arrivata Philips, è la capacità di innovarci: se si è in grado di essere attuali e di non essere limitati alla storia di quella società, ma al contrario se ne è spinti, il risultato è essere di valore per i clienti e per le comunità in cui si opera, che è un aspetto fondamentale”.

Che cosa significa Ferrari per lei?
Ferrari è una società speciale che ruota intorno alla passione, al racing, e l’interesse è incredibile. Lo spirito di competizione è davvero quello che dà la forza e spinge la nostra società, permettendoci di aspirare a essere le supercar più speciali al mondo. Come riusciamo a trovare un blend tra la potenza e l’estetica? È una società immersa nella passione e anche in un vero senso di rappresentazione dell’Italia, quindi con una forte identità nazionale”.

Stellantis invece ha avuto un semestre difficile, che succede?
L’industria dell’automotive in questo momento ha molti punti di pressione competitiva. Ci sono cambiamenti regolatori, ci sono cambiamenti tecnologici e da un certo punto di vista questo è molto entusiasmante, perché permette di avere molta più innovazione e ci spinge a fare meglio. Ma dall’altro lato significa anche più volatilità e maggiori difficoltà. La cosa importante è cercare di utilizzare le risorse al minimo e nella maniera più efficiente. Bisogna avere l’ambizione di assicurarsi di operare in un ambiente decarbonizzato e di affrontare delle sfide, come nel nostro caso, ad esempio, trovare veicoli che siano più decarbonizzati possibile. Ma anche nuove tecnologie, come l’idrogeno“.

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